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Il mese sacro del Ramadan. Intervista a Yassine Lafram (Ucoii)

In occasione dell'inizio del Ramadan, Interris.it ha intervistato il presidente dell'Ucoii (Unione comunità islamiche italiane), Yassine Lafram

La sera del 10 marzo inizia la prima veglia di preghiera che accompagnerà tutte le comunità islamiche verso l’inizio del Ramadan, il periodo sacro che prende il nome dal nono mese dell’anno nel calendario lunare musulmano. Secondo la tradizione islamica, è questo il mese in cui il Profeta Maometto ricevette la rivelazione del Corano. Si tratta di un periodo in cui tutti i musulmani praticanti, adulti e sani, praticano il digiuno dalle prime luci dell’alba fino al tramonto. Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale (iftar).

Digiuno, ma non solo

“Il mese di Ramadan è un mese di digiuno come tutti sanno, ma pochi ne conoscono il significato. E’ uno dei cinque pilastri dell’Islam – spiega a Interris.it Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, Unione delle comunità islamiche italiane -. Dall’alba al tramonto ci si astiene totalmente dal bere, dal mangiare, dagli atti sessuali coniugali, per concentrarsi maggiormente sulla sfera spiritualità. L’alimentazione in qualche modo ci tiene legati a tutto ciò che è materiale, mentre il digiuno ci aiuta a innalzare il livello della nostra fede, del nostro rapporto intimo con Dio. E’ questa la peculiarità del Ramadan“.

L’equilibrio fra anima e corpo

Il presidente dell’Ucoii spiega che l’alimentazione fisica è qualcosa che tocca ognuno di noi ed è un attività che svolgiamo prevalentemente durante il giorno. Digiunare durante il giorno, aiuta il musulmano a liberare il suo tempo e la sua mente per dedicarsi alla preghiera, rinvigorendo il rapporto con Dio. Ci si astiene dal cibo dall’alba al tramonto proprio per lasciare alle spalle tutto ciò che è materiale per dedicarsi alla spiritualità. “Noi come esseri umani siamo fatti di corpo e spirito. Il corpo proviene dalla terra e dall’acqua e di conseguenza è legato a tutto ciò che è la sua origine. L’anima, invece, è il ‘soffio di Dio’, qualcosa di altamente spirituale – aggiunge -. L’essere umano vive continuamente questa battglia fra la materia da cui proviene e lo spirito di Dio che gli ha dato la vita. L’uomo e la donna devono mantenere questo equilibrio, ma ciò non avviene, spesso prevale il materialismo e ci dichiamo di alimentare il nostro spirito. Il Ramadan va a livellare questo equilibrio fra anima e corpo“.

Gli altri aspetti del Ramadan

Yassine Lafram spiega che il Ramadan ha anche altri aspetti. Digiunare durante il giorno, pur avendo il frigo pieno e la possibilità di comprare ciò di cui si necessita, è una privazione che avvicina un po’ ai poveri. Sono 800 milioni nel mondo le persone che vanno a dormire patendo i morsi della fame. “Il mese di Ramadan ci aiuta anche a diventare più generosi, ad essere più vicini ai bisognosi, agli emarginati, agli ultimi, a quanti non hanno acqua potabile – aggiunge -. Un altro aspetto di questo mese sacro è quello di essere una scuola di autocotrollo, di disciplina: quando vengo privato delle mie abitudini divento un po’ nervoso, faccio fatica a mantenere le mie relazioni, perché non ho mangiato e quindi sono un po’ alterato, un po’ quello che succede a un fumatore quando gli si toglie la nicotina; mi aiuta a controllare le mie emozioni e il mio comportamento. Il Ramadan non è un castigo di Dio agli esseri umani, ma è una privazione che arrichisce“.

Il coinvolgimento delle comunità

Durante questo mese, le comunità islamiche italiane promuovono principalmente momenti di aggregazione nelle proprie moschee per condividere il pasto di rottura del digiuno che avviene al tramonto, si celebra insieme la preghiera notturna. Durante il Ramadan ci sono molti scambi di visite familiari o fra amici. “Ci si invita a mangiare insieme al tramonto, le famiglie si ritrovano l’iftar (il pasto serale) che diventa momento di condivisione e di gioia”, racconta.

Il Ramadan e la Quaresima

Seppur appartenenti a due religioni diversi, il Ramadan e la Quaresima hanno alcune affinità. Entrambi i periodi riguardano le rispettive rivelazioni: per i cristiani l’inizio della vita pubblica di Gesù fino alla sua morte e resurrezione, per i musulmani l’inizio della rivelazione di della volontà di Allah al Profeta Maometto. Sono tempi in cui, attraverso il digiuno, ci si concentra maggiormente nella preghiera e nel rapporto con Dio. “Non dimentichiamo che i tre monoteismi provengono dalla stessa entità divina che ha prescritto per noi il digiuno che è uno di quegli atti puntuali che accomunano le tre religioni”, afferma Yassine Lafram.

Un pensiero per chi vive in zona di guerra

Vorrei augurare a tutte le comunità islamiche italiane, ma anche a tutti i musulmani del mondo un buon Ramadan, che sia un mese di spiritualità, di riflessione, di condivisione ma anche di vicinanza agli ultimi, alle persone che sono sofferenti – conclude il presidente Ucoii, Yassine Lafram -. Il pensiero della comunità islamica mondiale va soprattutto alla Striscia di Gaza, alle popolazioni che sono sotto le bombe. Loro hanno iniziato il Ramadan molto prima di tutti gli altri, un digiuno forzato a causa della mancanza di cibo e alimenti, a loro va il nostro pensiero”.

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