Nonostante la rielezione alla presidenza del Lazio, Nicola Zingaretti è pronto a correre come segretario del Partito democratico nelle primarie che seguiranno le (annunciate) dimissioni di Matteo Renzi.
Il progetto
“Io ci sarò – ha detto a Repubblica – anche alle primarie, non escludo nulla”. Il suo progetto politico potrebbe partire proprio dal modello proposto per il governo della regione della Capitale. “Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali – ha spiegato – avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani. E' un modello che rilancia lo spirito dell'Ulivo. Ed è il modello che vorrei proporre a livello nazionale“. Non si tratta, ovviamente, di un passo indietro. “Non quell'Ulivo che è il passato – ha precisato – ma la sua ambizione sì, lo spirito innovativo, la voglia di stare insieme e di vincere insieme“.
Rigenerazione
La parola d'ordine sarà “rigenerazione”. Non solo “del Pd ma di tutta la sinistra. E senza accordi calati dall'alto ma aprendo un grande confronto, vero e forte”. Per realizzare ciò è necessario che i dem facciano un “congresso con al centro l'articolo 3 della Costituzione sulla rimozione degli ostacoli economici e sociali che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini”. Un congresso “aperto e unitario“. Quanto al futuro governo, il presidente del Lazio non ha dubbi: “Dobbiamo stare all'opposizione. Non siamo stati noi a deciderlo ma gli elettori. Chi ha vinto provi a governare. Noi dobbiamo stare all'opposizione per elaborare una proposta rigenerante che torni a offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza“.