Potrebbe sparire il quorum strutturale dei referendum propositivi e abrogativi, necessario per stabilire se la consultazione possa ritenersi valida o meno.
L'emendamento
Per entrambe le tipologie la Costituzione chiede che voti il 50% più uno degli aventi diritto. Quorum che potrebbe scendere, di fatto ampliando il numero di referendum validi e, di conseguenza, annichilendo la strategia dei partiti che si schierano per il “non voto” facendo decadere la consultazione. La Commissione Affari costituzionali della Camera ha, infatti, iniziato l'esame dei 270 emendamenti al ddl sul referendum propositivo con la relatrice Fabiana Dadone (M5s) che ha espresso parere positivo a quello, proposto dal dem Stefano Ceccanti che prevede il passaggio del referendum quando vota “sì” il 25% degli aventi diritto. Parere positivo è stato espresso anche a un secondo emendamento di Ceccanti, per il quale la legge attuativa deve essere di rango costituzionale e dovrà quindi avere la maggioranza assoluta dei voti nelle Camere.
Democrazia diretta
“Sulle riforme il Governo ha sempre inteso favorire il più ampio consenso possibile – ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro -. Per questo valutiamo positivamente la decisione di cancellare il quorum strutturale e introdurre il quorum approvativo pari al 25% per i referendum propositivi e abrogativi. Con questa innovazione l'impianto degli istituti di democrazia diretta ne risulterà rafforzato“. Per il ministro “è un ottimo risultato che dimostra ciò che abbiamo sempre detto, cioè che la centralità sul tema spetta al Parlamento. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere direttamente i cittadini nella formazione delle decisioni pubbliche. L'assenza del quorum strutturale è garanzia di una maggior partecipazione perché le forze politiche non possono ricorrere a pratiche astensionistiche, dovendo mobilitarsi per sostenere le rispettive ragioni. Tuttavia è importante favorire l'accordo più ampio possibile sulle riforme e, per questa ragione, è stata introdotta la soglia del 25% per il quorum approvativo, cioè il numero dei voti validi per l'approvazione delle proposte. Non si prevede alcun quorum strutturale, cioè il numero di aventi diritto che devono partecipare alla consultazione per renderla valida, proprio al fine di salvaguardare il principio che a decidere sia chi partecipa e non chi sta a casa”. Fraccaro si è detto “particolarmente soddisfatto di questo risultato perché consentirà di incentivare la partecipazione attiva, garantendo al contempo che vengano approvate proposte che hanno un grande consenso tra i cittadini. In questo modo gli strumenti di democrazia diretta nel nostro Paese hanno nuova linfa vitale e vengono pienamente integrati nel sistema della democrazia rappresentativa, offrendo al popolo maggiori opportunità di partecipazione e al Parlamento più strumenti di dialogo con il Paese”.