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“NESSUNO TOCCHI MILANO”, PISAPIA GUIDA IL CORTEO ANTI VIOLENTI

“Questa è la festa della Milano che unisce, della Milano che reagisce, della Milano che si ribella a ogni sopruso e ogni violenza. Ho ricevuto una bellissima telefonata dal presidente Mattarella. Mi ha detto che è ammirato, entusiasta della risposta data, ha detto che debbo e dobbiamo essere orgogliosi perché siamo esempio per tutto il paese” cosi Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, questo pomeriggio all’inizio del corteo “Nessuno tocchi Milano”, da lui organizzato.

Ad ascoltare Pisapia in piazza Cadorna ci sono migliaia di persone, “ventimila” dice il sindaco, l’unica preoccupazione che si sente parlando con i cittadini è che non ci siano spugne a sufficienza per poter dare una mano. Strette di mano infinite, lo aiutano a salire su un palchetto improvvisato e gli passano un megafono. Si applaude con forza quando Pisapia ringrazia la cittadinanza e la polizia. Poi il corteo parte, in via De Amicis i manifestanti si fermano per stringere la mano ai dipendenti dell’Amsa, che da due giorni lavorano ininterrottamente per riportare la città alla normalità. Si canta l’Inno di Mameli e “O mia bela Madunina” in corso di Porta Ticinese. Le soste sono tutte per applaudire i volontari appollaiati sulle scale e intenti a ripulire i muri del centro. Il corteo si è mosso comunque veloce verso la Darsena ripercorrendo le strade devastate.

In testa al corteo gli assessori della giunta, il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, il segretario del Pd cittadino Pietro Bussolati, il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto, il deputato Emanuele Fiano. In mezzo famiglie, giovani, anziani. Nessuna bandiera, tranne un Tricolore. Un “resettaggio” dice il cantautore Roberto Vecchioni, “per cancellare simbolicamente la violenza dei black bloc“. In via Carducci, all’angolo con Corso Magenta, dove sono iniziati i primi scontri, le ferite sono ancora lì. La facciata di un negozio è ancora annerita dal fumo dell’incendio, le vetrate protette con assi di legno. I primi volontari si armano di spugna e sapone e cominciano a cancellare le scritte spray. Sarà così davanti a ogni muro imbrattato.

Il corteo termina alla nuova Darsena, riaperta pochi giorni fa, a fianco di piazza XXIV Maggio. Pisapia sale di nuovo sul palco dicendo: “Milano non si arrende, Milano guarda avanti senza dimenticare. Milano sarà capitale del dibattito sull’eguaglianza sociale. Non ci hanno rovinato la festa ci hanno dato più forza per continuare”. Per l’avvio di Expo “abbiamo organizzato feste bellissime, restituito la Darsena alla città, abbiamo dato una nuova casa alla Pietà Rondanini e ieri dal Castello sono passato cinque volte perché era pieno di persone felici. Voglio ringraziare tutte le persone che in questi giorni hanno avuto uno scatto d’orgoglio per la città è che adesso sono qui per dire no, no a chi ha cercato di rovinarci la festa. Milano sarà al centro del mondo per sei mesi e noi siamo orgogliosi e vogliamo dire che la città nessuno la deve toccare perché altrimenti si ribella”.

“Quando ho visto cosa stava succedendo mi si è spezzato il cuore”, dice una ragazza mentre lascia il corteo stringendosi i guanti. Una donna con il passeggino invece sorride e spiega lapidaria: “Ho fatto vedere il telegiornale ai miei figli e oggi li ho portati qui per far sì che domani protestino, si arrabbino ma diventino delle persone migliori”. C’è chi invoca ringraziamenti alle forze dell’ordine e chi chiede a “Giuliano” di ripensarci. Lui sorride ma non risponde: “sono giorni di festa per Milano, oggi abbiamo dimostrato che non basteranno due ore come quelle di ieri per rovinare questo momento”.

A margine dell’inaugurazione del padiglione Pianeta Lombardia nel sito di Expo il presidente della Lombardia Roberto Maroni annuncia invece che farà causa ai centri sociali: “Quelli che hanno provocato i danni dovranno pagare a loro volta. Però non possiamo costringere i cittadini milanesi a fare causa ai centri sociali. Lo faremo noi, lo farà la Regione”. “Non abbiamo abbandonato i negozianti. Pur non avendo nessun obbligo, la Regione Lombardia ha stanziato 1,5 milioni di euro per risarcire i danni”.

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