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Legge elettorale, ultimatum di Renzi: “Al voto subito o resta il consultellum”

Risulta piuttosto confusa la situazione interna del Pd, proprio in vista di scadenze istituzionali profonde, come l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e il voto dell’italicum. Lo scontro finale sulla legge elettorale spacca il partito e le dimissioni di Cofferati fanno discutere: “Non so cosa deve succedere ancora perché nel partito si apra una riflessione su cosa è diventato il Pd e dove vuole mettersi” spiega Fassina.

In questo clima si parla di minoranza Pd, tanto che oggi il presidente del Consiglio e Segretario del partito ha riunito i senatori a palazzo Madama: “Stiamo passando da un eccesso di palude a un impegno di notevoli dimensioni. Ora siamo a un passaggio chiave”, avrebbe detto il premier in apertura di riunione, affiancato dal ministro Maria Elena Boschi. Poi Renzi ‘bacchetta’ Miguel Gotor: “Caro Miguel, arrivando qui ti ho definito il mio nemico di fiducia. Le tue critiche sono ingiuste e ingenerose, non si può usare un gruppo minoritario come un partito nel partito”

Renzi entra poi nel merito dell’italicum, dicendo di non aver accolto le richieste della minoranza sulle soglie, l’alternanza di genere e le liste bloccate. “Non ci sono spazi per soluzioni alternative rispetto alla legge che vi ho proposto”, si difende il Segretario, e sposta il voto a domani pomeriggio, per evitare rotture. Ma proprio Gotor ribadisce la linea della minoranza Pd sulla riforma elettorale: “No ad un parlamento di nominati. No ad un parlamento di liste bloccate. Questo era l’aspetto più deteriore del Porcellum”.

Di sicuro, però, c’è che 6 firmatari (sui 36 complessivi) dell’emendamento presentato da Gotor contro i capolista bloccati, non voteranno la proposta di modifica in aula. Lo ha riferito Bruno Astorre, senatore di AreaDem che aveva firmato l’emendamento della minoranza assieme ad altri parlamentari della maggioranza interna. “Non ritiriamo la firma, ma in aula ci asterremo”. Gesto che in Senato equivale a un voto contrario. Intanto, il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, ha confermato ai senatori il timing della legge elettorale: “Deve essere approvata prima dell’elezione del presidente della Repubblica”. Infatti Renzi ha concluso la riunione a palazzo Madama sollecitando il partito: “O si vota questa settimana la legge elettorale o ci teniamo consultellum”. “Adesso è il momento di decidere e chiudere sulla legge elettorale”, ha concluso.

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