Crediamo che la crescita dell'Italia arriverà solo allo 0,2 per cento, cioè zero. Il che vuol dire che i problemi dell'Italia continueranno a crescere“. Così il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.
Rischi
L'Italia, ha aggiunto, conosce quali sono i suoi problemi, tuttavia, Juncker non è d'accordo col Fondo monetario internazionale, secondo cui il nostro Paese rappresenta un rischio per l'economia mondiale. “Non andrei così lontano – ha commentato il presidente della Commissione Ue -. Non mi piacciono i discorsi profetici, perché rischiano di avverarsi. Penso che l'Italia sappia quali sono i suoi problemi. La crescita italiana è in ritardo rispetto all'Europa, da vent'anni a questa parte. Bisognerà dunque che l'Italia torni a scoprire gli strumenti che le permetteranno di rilanciare la propria crescita, ma dire che l'Italia costituisce un rischio mi sembra un'esagerazione, anche se i livelli del debito pubblico sono pericolosamente alti. Il 130% è uno dei livelli di debito pubblico più alti al mondo e bisognerà correggerlo, ridurlo”.
La Tav
Nessun dubbio, invece, sulla Tav. “L'Ue concede circa 888 milioni di euro per cofinanziare il progetto della Torino-Lione – ha detto -. Sono stati già impegnati alcuni crediti e io desidererei che la Tav si facesse. E' importante per ragioni economiche, sociali e ambientali. Ne vale la pena”. Nel 2010, ha ricordato, “solo l'8,8% delle merci sono state trasportate su ferro. Se questa galleria si costruisse, visto che è l'anello mancante tra Portogallo e Ungheria, il 40% delle merci sarebbero trasportate su ferro”.
Migranti
Sul tema dei migranti, “noi della Commissione abbiamo aiutato molto l'Italia. A noi non piace tanto che l'Italia dica 'quelli parlano, parole, parole, e non fanno nulla'. Non è vero”, ha affermato Juncker. “In termini finanziari, abbiamo appoggiato ampiamente l'Italia per almeno un miliardo di euro, non di lire eh. Un miliardo di euro. Così l'Italia che è stata alle prese con questo flusso massiccio di rifugiati ha potuto avvantaggiarsi della solidarietà europea, che è stata forse insufficiente, ma entro le possibilità di bilancio che abbiamo avuto, abbiamo fatto tutto il possibile”.