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Italia senza argini

Finita una settimana nera, si è aperta un'altra. Mentre il premier Giuseppe Conte, in occasione delle celebrazioni per il 170° anniversario di Cdp, ha ringraziato “la macchina dei soccorsi, in particolare l'opera dei vigili del fuoco e dei volontari della Protezione Civile”, il Paese si prepara a una nuova allerta meteo. Questa mattina un treno è deragliato in Val Pusteria (Trentino Alto-Adige) a causa di una frana che ha isolato l'interna zona, creando disagi e code del traffico. I metereologi parlano di instabilità per tutta la settimana, con forti perturbazioni soprattutto al Nord e sul versante tirrenico e un graduale miglioramento sul finire della settimana, partendo dal sud. Intanto, da Venezia a Roma è stata una settimana difficile, che ha svelato la fragilità di un Paese non preparato ai fenomeni atmosferici estremi. Ma la colpa non è solo del brusco cambiamento climatico dei mesi scorsi.

A Firenze e Pisa fiumi sott'occhio

Il tavolo della Protezione Civile in Toscana, che questa mattina ha fatto il punto della situazione, ha parlato di notte tranquilla, con le piene dei fiumi in graduale discesa. Nonostante l'allarme stia rientrando, la Toscana ha dichiarato lo stato d'emergenza. Il reparto Carabinieri per la Biodiversità ha segnalato danni ingenti alla fortesta della riserva naturale di Duna Feniglia (Orbetello, Grosseto) a causa di una tromba d'aria abbattutasi su circa 8 ettari di pineta. L'incubo alluvione a Firenze si è riacceso a partire dal weekend, quando l'Arno ha superato la soglia massima. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha scritto che “una piena così non si vedeva da trent'anni“. Agli occhi dei fiorentini, sono balenate le immagini del novembre di 53 anni fa, quando la città del Rinascimento è invasa dalla corrente di fango del fiume Arno esondato. Allora, gli “angeli del fango” salvarono le opere d'arte della Galleria degli Uffizi e della Basilica di Santa Croce prima che l'acqua le consumasse completamente. Oggi, l'allarme gira via Facebook e gli studenti si mobilitano per mettere in sicurezza i libri della Scuola Normale Superiore di Pisa. Gli oggetti di valore si spostano in alto. Nessuno vuole ricordare quella devastazione che colpì nell'immaginario alla stregua di una scena di guerra. Da allora, ricorda il quotidiano Repubblica, sono state progettate cinque casse di espansione a monte della città toscana: la realizzazione dei lavori è ferma al 25%. 

Lombardia a rischio

L'Italia è arenata anche più a nord. Non ha la stessa portata dell'Arno, ma il fiume Seveso, alle porte di Milano, minaccia costantemente i piccoli centri che costellano la metropoli. Anche in questo caso, si è pensato di realizzare delle casse di espansione a monte della città, ma solo un cantiere di cinque sarà avviato a breve. Il punto è che le vasche hanno un impatto ambientale forte: per realizzarle sono necessari espropri e la macchina burocratica rischia di essere molto lenta. A ciò si aggiunge la resistenza dei comitati cittadini che avversano i lavori e chiedono soluzioni meno impattanti dal punto di vista territoriale. Sempre in Lombardia, a Chignolo Po la Chiavica Reale, realizzata nel 1842, divide il paese dal fiume e a breve saranno effettuati i lavori di manutenzione. 

Matera in ginocchio

Secondo quanto riferisce l'Ansa, la Giunta comunale di Matera ha approvato la delibera di richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità naturale “a causa degli eccezionali eventi atmosferici dell'11 e del 12 novembre”, con i rioni Sassi inondati da fango e detriti. Il primo cittadino, Raffaello De Ruggieri, ha rassicurato che la situazione sta tornando alla normalità, ma ha anche spiegato che “l'ondata di maltempo ha creato delle difficoltà che difficilmente sono superabili con la dotazione finanziaria ordinaria del Comune di Matera”. Per questo, la sezione Lavori Pubblici del Comune Capitale europea della Cultura 2019 ha stimato danni per maltempo a circa otto milioni di euro.

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