Chiedo a entrambe le forze politiche e in particolare ai loro leader di operare una scelta chiara e di decidersi se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto”. Non un ultimatum ma un rimprovero severo quello che ha lanciato il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi. “La consultazione elettorale delle europee conferma la fiducia verso il governo, anche se sono cambiati i rapporti di forza del governo”. Secondo il premier, questo genere di elezioni non dovrebbe avere ripercussione nella politica italiana, ma i partiti sono “comunità di uomini e donne” e se continuiamo a cadere nelle provocazioni “non possiamo lavorare”, prescindendo i risultati delle politiche. A stretto giro, è arrivata la replica dei diretti interessati, a cominciare da Matteo Salvini: “Il voto europeo è stato molto significativo. Gli europei hanno parlato. Il governo va avanti se tutti mantengono la parola data. Tempo da perdere non ne abbiamo. Io non ho litigato con nessuno. Noi vogliamo andare avanti, la Lega c'è”. Più dettagliata, articolata in un post su Facebook, la risposta di Luigi Di Maio: “Il Movimento 5 Stelle – ha scritto – è la prima forza politica di maggioranza e ha sempre sostenuto questo governo. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare. Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro e crediamo che i fatti siano la migliore risposta in questo momento”. E il leader M5s chiede subito un incontro, un vertice di governo “in cui vogliamo discutere insieme. La revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la Flat Tax; il salario minimo orario per i lavoratori italiani; il provvedimento sugli aiuti alle famiglie che fanno figli”.
Il contratto di governo
Il presidente del consiglio ha sottolineato anche come “il contratto fosse un elemento di forza del governo” definendolo “la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti”. Per questa ragione occorre rimettere quel progetto al centro dell’azione politica del governo. “Gli italiani ci chiedono di andare avanti e fino all’ultimo giorno conseguiremo il bene comune” ha concluso il presidente.
Stallo sì o stallo no?
“L'esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto. In particolare il voto delle europee, molto complesso, ha accreditato l'immagine di uno stallo nell'attività di governo: questa è una falsità, il governo ha continuato a lavorare perchè è iniziata la fase due, dopo la fase 1″.
Immigrazione e corridoi umanitari
In particolare il premier è tornato a parlare di immigrazione e della strategia del governo sottolineando come sia condivisa da tutto l’esecutivo e non imposta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: “La nostra politica del governo può essere considerata di maggiore rigore rispetto al passato”. Le nostre politiche “non possono riguardare soltanto lo sbarco, ma rimane un problema molto più complesso”. “La nostra politica è molto più articolata. Il nostro Governo preferisce la politica dei corridoi umanitari che consentono di proteggere più efficacemente chi merita protezione umanitaria”.
Il nodo Tav
Un ultima battuta è stata dedicata alla Tav: “Ho detto che la Torino Lione oggi così com’è non la farei- ha spiegato Conte. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso, o trovo un’intesa con la Francia e con la Commissione europee o il percorso è bello e segnato”.