Il conteggio dei morti è salito ancora, toccando quota 39. Storie interrotte, famiglie distrutte, una mattina d'estate spezzata da una delle peggiori tragedie degli ultimi anni, fra le più insensate che si potessero immaginare. Il crollo del viadotto Morandi continua a catalizzare il dibattito pubblico, a interrogare un Paese intero su quali circostanze abbiano potuto permettere una simile sciagura. Se lo sta chiedendo anche la Procura di Genova che, al momento, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, battendo la pista di quello che il pm, Francesco Cozzi, ha definito “un errore umano” e “non una tragica fatalità”. Questo quanto affermato ai giornalisti presenti nell'area attorno al Ponte Morandi, al termine di un sopralluogo nella zona del crollo: “Noi dobbiamo rispondere a una sola domanda: perché è successo? Questo è il nostro compito e per farlo faremo tutto quello che è necessario”.
Gli elementi dell'inchiesta
Il rischio di nuovi crolli ha costretto i soccorritori a interrompere momentaneamente le operazioni di scavo ma la ricerca dei dispersi non si fermerà: “Quando sarà terminata la fase di ricerca delle vittime e di eventuali dispersi – ha speigato il magistrato Cozzi – l'inchiesta entrerà nel vivo e si andranno ad analizzare tutti gli aspetti relativi alla progettazione, realizzazione e manutenzione del ponte”. Per prima cosa, spiega, gli inquirenti si concentreranno sulla storia del ponte e sulla ricostruzione di “tutte le opere che erano in esecuzione dal punto di vista della manutenzione e anche per capire cosa è accaduto quel giorno specifico, se c'è stata una causa scatenante”. Il tutto passerà dall'acquisizione di tutti gli atti relativi al ponte e necessari all'inchiesta, presso tutti gli enti e società interessate a vario titolo.
L'indagine della Procura toccherà ogni punto, dai lavori di manutenzione ai tiranti ma, al momento, si resta nel campo delle ipotesi: “Sappiamo per certo – ha spiegato Cozzi – che sono state fatte affermazioni in passato che ora andranno approfondite, come quella di chi nel 2012 parlava di una struttura che sarebbe crollata in 10 anni. Bisognerà verificare se fossero affermazioni frutto di polemica politica o se invece erano affermazioni di fonti qualificate sulla base di dati, che andranno acquisiti e verificati”.