Fallita la trattativa tra azienda e sindacati sul piano industriale delle acciaierie Ast di Terni: 550 lavoratori saranno messi in mobilità. A dare la comunicazione ufficiale è il portavoce del gruppo Thyessenkrupp per l’Italia. Preoccupato il premier Renzi, che spiega: “La proposta di mediazione del governo non è stata accolta, le parti sono ancora troppo lontane”.
La rottura della mediazione è avvenuta nella notte al ministero dello Sviluppo: sono stati cancellati, con decorrenza dal primo ottobre, anche gli accordi aziendali di secondo livello per tutti i dipendenti dell’Ast. Secondo quanto spiegato dall’azienda, la decisione è stata presa “in relazione alla nota crisi del mercato siderurgico, alle gravi ricadute produttive, all’ottimizzazione dei costi e al piano presentato il 17 luglio scorso”.
Il presidente del Consiglio si è detto deluso dall’esito della trattativa, ma fiducioso sulla possibilità che il dialogo fra le parti non sia del tutto interrotto: “Ci sono tre mesi davanti di discussione, cercheremo la ragionevolezza”. Secondo il premier, la mediazione del governo ha avuto un effetto notevole sulla posizione dell’azienda: “Il piano industriale è profondamente cambiato – spiega Matteo Renzi – investimenti per 100 milioni di euro in 4 anni, 10 milioni per la ricerca e lo sviluppo, il trasferimento della linea di laminazione a freddo di Torino, il mantenimento dell’attuale capacità produttiva almeno ai livelli registrati negli ultimi tre anni e la riduzione al minimo del numero degli esuberi previsti dall’azienda”.
L’assemblea dei lavoratori dell’Ast di Terni, convocata dopo la rottura della trattativa con l’azienda, annuncia già battaglia: al momento è stato fissato lo sciopero per l’intera giornata, con presidio e blocco delle portinerie, oltre ad una manifestazione davanti alla prefettura. “L’obiettivo – ha spiegato Claudio Cipolla, segretario territoriale Fiom – “è arrivare alla presidenza del Consiglio, organizzare uno sciopero cittadino e una iniziativa nazionale sulla siderurgia”.