“Voglio rimarcare che mi dimetto dal Parlamento e non dalla politica, non mollo la passione che ho da quando i miei genitori mi portarono a via Fani. Non mollo, rilancio in altri luoghi con altri tempi e in momenti in cui vince il superficiale e il tutto e subito mi impegnerò in una scuola di politica. La domanda è di batterci e io lo farò per una politica diversa, migliore per i cittadini”. Enrico Letta ha chiesto così alla Camera il voto per le dimissioni da deputato.
“Una legislatura che sembrava destinata a breve vita, oggi può vivere e fare riforme importanti per il Paese e per un moderno funzionamento delle istituzioni. Intendo rivolgermi a tutti i membri di quest’Aula – aggiunge – a quelli del gruppo del partito, il Pd, che sono orgoglioso di aver contribuito a fondare perché siamo stati finalmente uniti dopo lunga collaborazione dell’Ulivo. A quanti hanno dato e confermato alle volte con una fatica di cui sono stato sempre consapevole, la fiducia al governo che ho avuto il mandato di guidare e ai partiti di opposizione che la fiducia non l’hanno mai votata”.
L’Aula della Camera ha accettato le dimissioni. I voti a favore sono stati 287, 82 i contrari. La votazione è stata a scrutinio segreto. A lui subentra nel seggio a Montecitorio Beatrice Brignone.