Con Matteo Salvini “non si tratta di litigare. Semplicemente, sono una persona moderata: quando l'asticella si sposta troppo come accadde a Verona, dove c'era gente che andava dicendo che la donna deve stare a casa a pulire, o quando vedo sui social il ministro dell'Interno che imbraccia un fucile, allora dico la mia”. Così Luigi Di Maio nel corso di un'intervista a Repubblica in cui definisce “un pericolo” l'ultradestra e invita la Lega a “tornare su posizioni più moderate” e a “smetterla con fucili, armi e carri armati”.
“Abbassare i toni”
Il governo, dice, “deve continuare. Quattro anni per mantenere quello che abbiamo promesso”. In merito allo striscione anti-Salvini rimosso e ai casi simili degli ultimi giorni, “non è nel mio stile. C'è un po' di nervosismo, bisogna abbassare i toni, evitare di soffiare sul fuoco”, ha evidenziato Di Maio.
Il voto
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo ha assicurato di non temere le urne: “L'unica paura che ho è che l'esasperazione di certi toni possa aumentare il livello di tensione sociale. L'ultradestra è un pericolo, siamo in democrazia“. Quanto al possibile superamento del limite dei due mandati, “non è all'ordine del giorno“. Le alleanze con liste civiche anche nazionali, invece, “sono uno dei cambiamenti di cui le assemblee regionali stanno discutendo”.
Il futuro del governo
Sulla possibilità di sacrificare ministeri per tenere in vita il governo, “le elezioni europee servono a costituire il Parlamento europeo. Quelle nazionali ci sono già state e gli equilibri non cambieranno“, ha dichiarato Di Maio, che blinda il premier: “Il presidente Conte sta svolgendo un lavoro straordinario, la Lega non ha mai chiesto nulla”. La premiership al Carroccio “è uno scenario che non esiste“. Parlando dell'azione di governo, “ho lanciato la proposta di un tavolo congiunto per mettere a punto flat tax e salario minimo. Una loro proposta e una nostra, entrambe nel contratto. Lei ha sentito risposte?”. Sull'autonomia, ha proseguito, “ho visto un'informativa di una paginetta. Un punto di incontro si troverà, ma non si pensi di spaccare il Paese in due“. In tema di migranti, Di Maio è tornato a rispondere sul caso Diciotti: “Abbiamo rivendicato quell'azione come governo. Anche se la vera risposta all'immigrazione è la redistribuzione, che ora sta funzionando”. Sulle multe per chi soccorre in mare, ipotizzate nel decreto sicurezza bis, “mi preoccuperei piuttosto dei rimpatri. Avevo sentito tante promesse, ma nei fatti c'è poco”.