Il premier Giuseppe Conte e i ministri Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Matteo Salvini, risultano indagati dalla procura di Catania per sequestro di persona in relazione ai presunti ritardi nello sbarco dei migranti della Sea Watch alla fine di gennaio. Per tutti, ha spiegato il procuratore Carmelo Zuccaro, è stato però chiesta l'archiviazione al Tribunale dei ministri, che dovrà decidere entro 90 giorni.
Polemica
“Ne approfitto per rispondere a qualche ministro: per me i porti rimarranno chiusi“, ha commentato Salvini a Monza annunciando di essere stato nuovamente indagato. “Rispetto il lavoro del collega di Maio che si occupa di lavoro, ma sui temi di controllo dei confini e di criminalità organizzata sono io a decidere”, ha detto, replicando all'altro vicepremier secondo il quale la chiusura dei porti è una soluzione “solo temporanea“. “Se il ministro Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Cdm e faremo una franca discussione – ha proseguito – I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai mercanti di esseri umani“.
Replica
Pronta la risposta di Trenta. “Oggi vedo che la Lega e qualche movimento di estrema destra sono partiti all'attacco della sottoscritta. Posso invitarli tutti da me, al ministero, così gli spiego un po' di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia” ha detto la ministra della Difesa, sottolineando poi il “paradosso” che “gli stessi che gridano alla guerra, dalla Lega a Fdi, sono gli stessi che fanno propaganda sui migranti”. “Chi fugge oggi dalla Libia è un rifugiato”, ha sottolineato.