L’inchiesta sulla corruzione nelle Grandi opere ha scatenato una bufera attorno al ministro Maurizio Lupi. Negli atti del gip di Firenze compare il nome del figlio Luca, il quale avrebbe ottenuto diversi incarichi di lavoro grazie a l’intercessione di Maurizio Perotti, ingegnere arrestato nell’ambito dell’indagine. Ma anche per i rapporti più che stretti tra il numero uno dei Trasporti e delle Infrastrutture e l’ingegnere che, secondo i suoi più stretti collaboratori menzionati da Repubblica, gestiva appalti per almeno 25 miliardi di euro. Un’amicizia scomoda per chi è a capo di un dicastero che si occupa proprio di opere pubbliche e potrebbe costare molto caro all’esponente di Ncd. Le opposizioni si sono scatenate e chiedono a gran voce le dimissioni del ministro. Tanto da spingere la conferenza dei capigruppo del Senato a chiedere all’unanimità a Lupi di riferire sui fatti a palazzo Madama.
In prima fila Sel e Movimento 5 Stelle; il partito di Nichi Vendola ha già annunciato che presenterà una mozione di sfiducia nei confronti dell’ex Forza Italia. “Le dimissioni dovrebbe chiederle Renzi” ha detto il capogruppo alla Camera, Antonio scotto, mentre il governatore della Puglia ha sollecitato una bonifica radicale del ministero delle Infrastrutture. “Al Lupi! Al Lupi! Il governo è uno zoo. Se fuori ci sono i gufi non vanno trascurati Lupi” è stato l’affondo comparso sul blog di Bepe Grillo. Il leader pentastellato ha puntato il dito sui rapporti tra il ministro e le persone arrestate: “Perché Lupi le ha scelte e perché le ha coperte? Lupi deve dare spiegazioni, dimettersi e restituirci fino all’ultimo centesimo tutti i quattrini che si è beccato come Ministro infrastrutture”. Più soft la linea adottata da Matteo Salvini: “Io non condanno nessuno – ha commentato – però mi aspetto che il Ministro dell’Interno o il Presidente del Consiglio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani se è tutto falso o se c’è qualcosa di vero. E se c’è qualcosa di vero non possiamo avere un Ministro dell’Interno e un Ministro delle Infrastrutture che lavorano con delle ombre del genere”.
E Lupi? Non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro. “Non lascio l’incarico – ha detto a Repubblica – anche se per la prima volta, vedendo tirato in ballo ingiustamente mio figlio, mi sono chiesto se il gioco valga la candela”.Il ministro ha detto di provare “soprattutto l’amarezza di un padre nel vedere il proprio figlio sbattuto in prima pagina come un mostro senza alcuna colpa”.