Aerei della coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita hanno bombardato anche la casa dell’ex presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh, alleato degli sciiti Houthi contro cui sono iniziati il 26 marzo scorso i bombardamenti. Sia Saleh che la famiglia stanno bene, ha riferito l’agenzia di stampa locale Khabar. Una tregua di cinque giorni a partire da martedì alle 23, proposta dalla stessa Arabia Saudita, è stata accettata oggi dai ribelli.
Secondo le Nazioni Unite, dall’inizio della guerra in Yemen ci sono state 1400 vittime, oltre metà delle quali tra la popolazione civile. Solo nella giornata di ieri, ben 130 raid sarebbero stati effettuati nei cieli sopra tutto il Paese e in particolare la città di Saada, roccaforte dei ribelli, è considerata zona altamente pericolosa. Intanto il rappresentante dell’Onu in Yemen, Johannes Van Der Klauuw, si è detto “profondamente preoccupato” per la situazione e ha ribadito che i bombardamenti indiscriminati su aree densamente popolate è contrario al diritto internazionale.