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Usa verso il disimpegno in Siria

La missione americana contro l'Isis in Siria “sta arrivando rapidamente a conclusione” dal momento che l'organizzazione terroristica è “quasi completamente distrutta“, ma la Casa Bianca non ha ancora indicato la data del ritiro.

Verso il ritiro

Nei giorni scorsi il presidente americano, Donald Trump, aveva più volte affermato di voler ritirare a breve le truppe Usa dal Paese mediorientale. La linea era stata ribadita martedì nell'incontro del gabinetto della sicurezza nazionale durante il quale il presidente si era detto pronto a tenere i soldati in Siria nel breve periodo, ribadendo però di volerli presto fuori dal Paese e chiedendo ai vertici militari di iniziare a pianificare il ritiro. Nell'occasione, l'inquilino della Casa Bianca aveva confermato di voler sconfiggere il Califfato, sottolineando però che i costi della stabilizzazione devono essere a carico degli attori regionali: la missione “è molto costosa per il nostro Paese e aiuta altre nazioni molto più di quanto aiuti noi“.
Trump aveva giùsorpreso i vertici militari la settimana scorsa quando aveva annunciato che gli Stati Uniti sarebbero stati “fuori dalla Siria molto presto”, poche ore dopo che il Pentagono aveva sottolineato la necessità per le truppe Usa di restare nell'immediato futuro nel Paese mediorientale.

Emergenza mine

Aumenta, intanto, in Siria il numero di persone ferite da mine, trappole esplosive e bombe inesplose. Lo denuncia Medici Senza Frontiere. La metà delle vittime sono bambini, alcuni anche di un anno, che con le loro famiglie stanno rientrando nelle loro case, dopo che i combattimenti si sono placati nei governatorati di Raqqa, Hassakeh e Deir ez-Zor. Msf ha invitato urgentemente tutte le organizzazioni e gli attori coinvolti, a livello internazionale e locale, a rafforzare e accelerare l'azione di sminamento e le attività di informazione al rischio mine, migliorando l'accesso alle cure mediche salvavita per le vittime di ordigni esplosivi. “I pazienti ci raccontano di aver trovato mine e trappole esplosive nei campi, lungo le strade, sui tetti delle case e sotto le scale. Perfino teiere, cuscini, pentole, giocattoli, apparecchi per il condizionamento dell'aria e frigoriferi sono stati manomessi durante la prolungata assenza delle persone, e sono pronti a esplodere quando le persone rientrano per la prima volta in casa dopo aver vissuto da sfollati per mesi o addirittura anni,” ha dichiarato Satoru Ida, capomissione di Msf in Siria. Nel nord-est della Siria, MSF supporta due ospedali: uno a Tal Abyad, che riceve feriti per lo più dal governatorato di Raqqa, e un altro a Hassakeh. 

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