No, la Corea del Nord non è pronta per i negoziati. Lo ha detto Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, al termine di una giornata particolarmente movimentata sul fronte del Pacifico orientale. Dal test missilistico effetuato nel nord-ovest del Paese al sequestro di una nave da carico, accusate di aver violato le sanzioni imposte, la situazione non sembra volgere dalla parte della diplomazia: quest'ultimo episodio, in particolare, rischia di compromettere seriamente anche gli sforzi diplomatici in corso del rappresentante americano Stephen Biegun a Seul, dove si è recato per parlare di Pyongyang e di eventuali strategie alternative ai faccia a faccia tra i due leader Kim e Trump per scongiurare l'escalation missilistica e, magari, tentare di riallacciare qualche relazione e riprendere il discorso della denuclearizzazione.
Il rapporto continua
Niente di più lontano al momento. Trump si mostra, se non pessimista, quantomeno scettico sulle possibilità reali di riprendere il filo sulla dismissione dei siti nucleari: “Non penso che siano pronti a negoziare”, ha detto. E alla Casa Bianca non sono sfuggiti nemmeno gli ultimi due test missilistici, recepiti come un segnale di forza da parte di Pyongyang o, se non altro, un segno tangibile di come la mancata intesa di Hanoi sui dazi coincida con dimostrazioni di questo tipo da parte dei nordcoreani: “Li stiamo esaminando molto seriamente in questo momento, nessuno ne è felice” ma, nonostante questo, “il rapporto continua”. Non apre del tutto ma nemmeno chiude Donald Trump, forse considerando anche che era dal 2017 che in Corea del Nord non si parlava di missili a corto raggio.
La nave sequestrata
Al momento, però, la questione più urgente da risolvere è proprio quella del cargo M/W Wise Honest, bloccata al largo mentre, a quanto sembra, stava cercando di trasportare carbone dalla Corea del Nord, un materiale venduto secondo gli Stati Uniti (e anche le Nazioni Unite) in modo illegale in passato, così da finanziare le ricerche sul nucleare e disporre i vari test. Sulla vicenda è intervenuto il Dipartimento di Giustizia americano attraverso il sostituto procuratore generale John Demers, secondo il quale “questa nave che sta per sradicare le sanzioni è ora fuori servizio: siamo profondamente impegnati nel ruolo svolto dal Dipartimento di Giustizia nell'applicare la massima pressione al regime nordcoreano per cessare la sua belligeranza”. A quanto sembra, quel cargo era in grado di trasportare decine di migliaia di tonnellate di merci, compresi macchinari pesanti: al momento, pare si stesse dirigendo verso le Samoa Americane.