La Francia fa un primo bilancio della presidenza Macron a un anno dall'ascesa all'Eliseo del giovane leader di En Marche.
Primo anno
“Questa data del primo anniversario non segna nulla di particolare. E' una data simbolica, non è un punto di svolta del quinquennio”, ha commentato lo stesso Emmanuel Macron in un'intervista al quotidiano Le Figaro. Per oggi all'Eliseo non è previsto alcun incontro ufficiale, né allocuzione o cena speciale, ma per analisti e media è comunque il momento di tirare le somme sull'operato del più giovane presidente della Repubblica francese. Secondo un sondaggio realizzato dall'Istituto di scienze politiche di Parigi, il 55% dei francesi valuta negativamente il primo anno di presidenza Macron. Tra i suoi elettori al secondo turno, il 56% approva il lavoro del capo dello Stato. All'unisono la stampa evidenzia che in questi 12 mesi Macron ha giocato sull'immagine di un presidente giovane, dinamico; un manager che esercita il potere in modo accentratore per non dire monarchico, reinterpretando figure storiche come Charles de Gaulle e Francois Mitterrand.
Scioperi
L'anniversario dell'elezione arriva nei giorni della protesta di piazza contro alcune riforme economiche e sociali varate dallo stesso Macron. “Per noi lo sciopero va avanti” ha annunciato il sindacato Ccgt-Cheminots al termine dell'incontro con il premier Edouard Philippe per tentare di sedare la protesta dei lavoratori della Sncf contro la riforma ferroviaria. “Non è assolutamente il caso di revocare la mobilitazione”, gli ha fatto eco il segretario di un altro sindacato coinvolto nella crisi dei treni, Didier Aubert di Cfdt Cheminots.
Incontri
Questa mattina, per la prima volta dall'inizio degli scioperi a ripetizione, il premier ha ricevuto uno dopo l'altro i diversi sindacati dei ferrovieri che rifiutano di trattare ulteriormente con la ministra dei Trasporti, Elisabeth Borne. Le parti sociali si riuniranno a loro volta domani, nella sede della Cgt, per discutere delle prossime tappe da intraprendere. Per ora, la decisione è che la mobolitazione avviata a inizio aprile e spalmato su 3 mesi (con 2 giorni di stop su 5) duri fino a fine giugno ma non è escluso che si decida di prorogarlo ulteriormente. “Andremo fino in fondo”, assicura Cgt-Cheminots. Gli aderenti alla protesta contestano, in particolare, la fine dello status di ferrovieri, vero e proprio tabù della Francia, e la liberalizzazione del settore con l'apertura alla concorrenza come avvenuto in quasi tutti i Paesi Ue tra cui l'Italia o la Germania. Quella della Sncf è tra le riforme più simboliche di Macron e a Parigi sono in molti a considerare che se riuscirà a condurla a termine tutte le altre saranno per lui più facili. In caso contrario la strada del suo quinquennato sarà decisamente più in salita.