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UE, ELEMOSINA TRITON ALL’ITALIA CHE RESTA SOLA

Un dossier intitolato “Gestire le migrazioni: una sfida comune”. Jean Claude Juncker utilizza questo sistema per sensibilizzare i 28 leader mondiali al vertice Ue sui migranti. E ci riesce: chiede e ottiene che siano triplicati i fondi per le operazioni di Triton: dai 3 milioni al mese attuali, si passa a 9. Ovvero, quanto l’Italia da sola spendeva per Mare Nostrum. Ma ci saranno molti più mezzi: Belgio, Germania, Francia, Svezia, Lituania, Norvegia e Danimarca promettono complessivamente 8 navi, 1 elicottero e 1 pattugliatore. Mentre altri, come la Spagna, dicono che saranno “generosi” quando la Commissione avrà definito le necessità. Evidente la volontà di intervento anche per quanto riguarda una missione ad hoc per la distruzione dei barconi degli scafisti.

Il vertice europeo straordinario inoltre ha dato mandato all’Alto rappresentante Federica Mogherini di “iniziare subito la preparazione di un’eventuale operazione Pesd”, la missione di Politica europea di sicurezza e difesa comune.

Insomma, sul piano operativo e delle risorse finanziarie qualcosa l’Italia ha ottenuto. Ma resta il vero nodo: la redistribuzione dei richiedenti asilo per i diversi Paesi europei e non solo tra quelli di approdo, così come sancisce il diritto internazionale.

A rendere visibile il problema ci ha pensato il premier britannico David Cameron che, arrivando al vertice, ha dato la massima disponibilità sulla fornitura di armi e mezzi, ma a condizione che le persone salvate non “richiedano asilo in Gran Bretagna”. Alcuni Paesi si sono dimostrati disponibili ad ospitare gli immigrati, hanno fatto delle aperture, ma, al momento, resta, sempre, la base volontaria dell’intervento.

La ripartizione tra i Paesi europei dei richiedenti asilo resta quindi il problema: l’idea delle ‘quote’ obbligatorie nemmeno si discute. Nelle bozze di conclusioni spunta un meccanismo di emergenza, tutto da definire. E ci potrebbe essere una scappatoia per la redistribuzione, assegnando al paese della nave che salva in mare il compito di trattare le richieste di asilo.

Renzi torna a Roma soddisfatto con in tasca una serie di misure che se non bloccheranno immediatamente il dramma dei viaggi della speranza che spesso finiscono in tragedia, certamente rappresentano – ed è questa la novità – l’inizio di un percorso europeo in materia di immigrazione. E con la consapevolezza, come ha detto lui stesso, che “finalmente qualcosa in Europa è cambiato”.

La solidarietà dei 28 leader mondiali per l’emergenza immigrazione affrontata dall’Italia è stata totale. Un po’ meno totale la disponibilità a farsi carico del problema. Quasi inesistente infine la disponibilità all’asilo politico dei migranti e la discussione su una politica comune di intervento nei Paesi dove il problema nasce. In una giornata tutto sommato positiva, resta il neo più grande.

 

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