Donald contro Donald. Il primo è il presidente del Consiglio europeo Tusk, il secondo il capo di Stato Usa Trump. Complici le politiche protezioniste americane e le minacce di dazi e di ripercussioni nei confronti delle aziende Ue che continueranno a operare in Iran dopo l'uscita di Washington dall'accordo sul nucleare i rapporti tra le due sponde dell'Atlantico nell'ultimo periodo sono stati tutt'altro che idilliaci.
Amico o nemico?
Tusk ha così accusato l'amministrazione Usa di “aggressività capricciosa” nei confronti dell'Europa e del resto della comunità internazionale. “Si potrebbe pensare che con amici come questi non si ha bisogno di nemici“, ha spiegato il leader Ue prima della cena informale dei capi di Stato e di governo di questa sera a Sofia in cui verrà discusso il ritiro di Trump dall'accordo sul nucleare con l'Iran e dei dazi Usa su acciaio e alluminio.
“L'Europa deve fare tutto in quanto in suo potere per proteggere le relazioni transatlantiche“, ma deve anche essere pronta “allo scenario peggiore in cui dobbiamo agire da soli”, ha spiegato, chiedendo “più unità politica e più determinazione”.
Fronte comune
Sull'Iran, Tusk ha ribadito la necessità che l'Ue si presenti come un “fronte unito” riconfermando l'intenzione di rispettare l'accordo sul nucleare fino a quando lo farà la Repubblica islamica. Il presidente del Consiglio europeo ha però sostenuto l'idea di allargare la discussione per “trovare modi insieme a altri partner di affrontare le preoccupazioni molto reali sul programma di missili balistici dell'Iran e le sue attività regionali”.
Sul fronte commercio, Tusk ha chiesto ai capi di Stato e di governo di confermare la linea adottata finora: accettare possibili discussioni con gli Usa sulla liberalizzazione del commercio solo se l'Ue otterrà un'esenzione permanente dai dazi su acciaio e alluminio. Secondo Tusk, tutto quello che sarà discusso stasera a Sofia dai leader Ue “ha una dimensione globale. Non ho dubbi che nel nuovo gioco globale, l'Europa o sarà uno degli attori maggiori o sarà una pedina. Questa è la sola alternativa”, ha osservato, sottolineando la necessità che l'Ue sia “unita economicamente, politicamente e anche militarmente come mai prima d'ora”.