La comunità ebraica spagnola è ormai “condannata” sia a causa dell’islam radicale sia per la presunta riluttanza delle autorità a confrontarsi con questo. Per tale motivo, gli ebrei iberici dovrebbero “pensare di non essere” in Spagna “per sempre”.
L’intervista al rabbino catalano
Lo ha detto Meir Bar-Hen, Rabbino capo della Catalogna, commentando, prima dell’inizio dello Shabbat, l’attentato terroristico compiuto giovedì a Barcellona quando una camionetta guidata da attentatori affiliati all’Isis ha attraversato la Rambla ferendo circa 200 persone ed uccidendone 15, compresi tre italiani.
Bar-Hen – citato da Ansa e Agi – ha poi precisato di parlare a titolo personale e ha incoraggiato i suoi connazionali a “comprare proprietà in Israele”. “Questo posto è perso. – ha spiegato -. Non rifate l’errore degli ebrei dell’Algeria, del Venezuela. Meglio andarsene via subito prima che sia troppo tardi”.
“Ciò che ha evidenziato questo attacco”, ha concluso, è “la presenza di una comunità musulmana radicalizzata. Una volta che queste persone vivono tra di noi, è davvero difficile liberarsene. Diventeranno sempre più forti. L’Europa è persa”.
Il suo colloquio con l’agenzia di stampa Jta (durante il quale ha anche descritto la Catalogna come “un hub di terrore islamista per tutta l’Europa”) è subito stato ripreso su diversi siti europei e israeliani, causando reazioni e commenti di ogni tipo.
Il commento della comunità ebraica spagnola
In risposta alle parole del rabbino capo, la Federazione delle comunità ebraiche di Spagna – si legge nel sito The Time of Israel – ha diffuso un comunicato in cui assicura una “fiducia totale nelle forze di sicurezza che lavorano quotidianamente per impedire ai fanatici e ai musulmani radicali di infliggere dolori e caos alle nostre città”.