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Siria: attacco kamikaze dell’Isis in un campo profughi, oltre 20 morti

Oltre 20 persone, tra cui civili, sono state uccise oggi in un attacco compiuto dall’Isis nel nord-est della Siria al confine con l’Iraq. Lo riferiscono fonti di stampa irachene, secondo cui l’attacco è stato sferrato a Rajm Sleibi, contro un posto di blocco di forze curdo-siriane nei pressi del campo profughi di al Hol al confine tra i due Paesi. Fonti di stampa irachene parlano di 21 uccisi “tutti civili, tra i rifugiati del campo”.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), l’attacco del Califfato è stato eseguito da un attentatore suicida. Nell’area, conferma l’Ondus, ci sono migliaia di sfollati che attendono di entrare nell’area urbana di Hasake, il capoluogo siriano del nord-est. Secondo l’Osservatorio i feriti sarebbero oltre 30. Nella zona continuano da oggi i combattimenti tra forze curde e miliziani jihadisti.

L’attentato giunge alla vigilia del vertice di Astana tra Iran, Russia e Turchia. I primi ad arrivare nella capitale kazaka sono stati gli esperti militari dei tre Paesi. Secondo quanto riferito dall’agenzia Interfax i giorni clou del meeting sulla crisi siriana saranno “il 3 e il 4 maggio”. “Tutte le delegazioni di alto livello hanno confermato la loro presenza” sostiene Interfax. Al vertice parteciperanno anche sedici rappresentanti dell’opposizione siriana.

Ma per risolvere in modo efficace il problema siriano, ha spiegato Vladimir Putin durante una conferenza stampa con Angela Merkel, “è necessaria la partecipazione degli Stati Uniti, altrimenti è impossibile”. Per questo, ha aggiunto il presidente russo, “siamo e saremo in contatto con i nostri partner americani“.

Ad Astana Russia, Iran e Turchia discuteranno del futuro della Siria e del ruolo che dovrà giocare Bashar Al Assad. Mosca e Teheran considerano il raìs l’unico in grado di riportare stabilità nel Paese. Ankara, invece, punta a una sua rimozione. L’Iran ha comunque assicurato di non avere “nessun contrasto col governo turco” e che “non ci sarà alcun abbandono della riunione di Astana, in Kazakistan, a causa delle differenze di opinione“.

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