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Scia di sangue a Jalalabad, kamikaze fa una strage

E'di 25 morti e 50 feriti, secondo quanto riferito da 1TvNews, il bilancio dell'attentato kamikaze di Jalalabad City, andato in scena oggi nel capoluogo della provincia orientale afghana di Nangarhar. L'attentatore suicida si è fatto esplodere mentre un nutrito gruppo di persone si apprestava a uscire dalla sede del governo provinciale, dove era appena avvenuto un incontro con autorità locali, talebani e anziani tribali. Un incontro che, secondo quanto riferito dal portavoce governativo, Attaullah Khoghyani, è stato partecipato da migliaia di persone intente a richiedere a una rappresentanza talebana di aderire all'estensione del cessate il fuoco disposto dal presidente Ashraf Ghani. Gli attentati (un altro si è verificato nel Rodat, nella giornata di ieri, provocando 36 vittime), il primo dei quali a marca Isis, hanno evidenziato il fallimento delle trattative, sentenziato dal portavoce talebano Zabinhullah Mujahid, il quale ha fatto sapere che la sua fazione non ha nessuna intenzione di estendere il cessate il fuoco”. Disposizione che scadrà stasera.

Trattative fallite

Finita la tregua, dunque, i talebani hanno ufficialmente annunciato che riprenderanno le operazioni belliche, provvisoriamente messe da parte in occasione dell'Eid ul-Fitr, che segna la fine del Ramadan, unica ragione per la quale, ha sottolineato la rappresentanza giunta a Jalalabad, era stato annunciato il cessate il fuoco. Ora, ha chiarito Mujahid, “è stato ordinato ai mujaheddin di continuare le loro attività e attacchi contro le forze di invasione e i loro fantocci locali”. Vano, dunque, l'annuncio del presidente di Kabul, Ghani, il quale aveva parlato dell'estensione della tregua oltre la festività dell'Eid al-Fitr. Del resto, quanto accaduto a Jalalabad, aveva già determinato il fallimento dei negoziati ben prima dell'ufficialità confermata dal portavoce talebano: l'attacco, al momento, non è stato rivendicato ma le autorità afghane presumono sia da attribuire anch'esso ai miliziani del sedicente Stato islamico.

Attacco a Zabul

Secondo quanto riferito da una fonte locale all'Ansa, al momento dell'attentato suicida circa 300 talebani si sarebbero trovati all'interno dell'edificio. Nel frattempo, un altro attacco era stato sferrato contro un check-point della Polizia nella provincia sud-orientale afghana di Zabul: al momento non è chiaro chi siano i responsabili dell'offensiva, costata la vita a due agenti. L'attacco è stato effettuato solo poche ore dopo la cessazione della tregua e l'annuncio della ripresa delle ostilità, inserendosi nella lunga scia di sangue che ha accompagnato le trattative seguite all'Eid ul-Fitr.

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