Najib Razak, ex primo ministro della Malasya alla sbarra per il maxi scandalo finanziario che ha contribuito alla sua sconfitta alle ultime elezioni, rischia sino a 45 anni di carcere.
Capi d'accusa
Un tribunale di Kuala Lumpur, oggi, lo ha infatti incriminato per altri tre capi di accusa, tutti legati al riciclaggio; la magistratura è convinta che l'ex premier abbia ricevuto l'equivalente di 10,3 milioni di dollari da un fondo statale sul suo conto personale. Najib si è dichiarato non colpevole, ma ora rischia fino a 15 anni di detenzione per ogni capo d'imputazione.
La vicenda
Il politico 65enne, che alle ultime elezioni si era presentato come candidato del Fronte Nazionale, la coalizione da lui guidata e che ha governato la Malaysia per decenni, era stato arrestato il mese scorso e accusato per abuso di potere e abuso di fiducia. Il nuovo governo dell'ex mentore di Najib, Mahathir Mohamad, lo ha accusato di aver sottratto l'equivalente di quasi 700 milioni di euro dal fondo sovrano 1Malaysia Development Berhad (1Mdb), creato proprio da Najib quando era al potere, nel 2009, per trasformare la capitale Kuala Lumpur in un hub finanziario. Lui ha sempre respinto le accuse. Recenti perquisizioni nelle sue proprietà e in quelle della moglie hanno portato alla confisca di numerosi oggetti di valore: da gioielli a grosse somme in contanti, passando per borse da donna ed opere d'arte. Secondo la polizia malese si è trattato della confisca più grande nella storia del Paese, pari a 273 milioni di dollari.