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Rapper musulmano al Bataclan, è polemica

E' polemica in Francia dopo che il controverso rapper musulmano Medine ha annunciato un suo concerto al Bataclan di Parigi per il prossimo 19 ottobre.

Proteste

La scelta del teatro divenuto tristemente noto per gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 ha provocato un'alzata di scudi da parte dei partiti di destra e di alcuni esponenti di “En Marche“, formazione di Emmanuel Macron, al quale, ora, viene chiesto di intervenire. “Nessun francese può accettare che questo tizio vada a vomitare le sue cavolate sul luogo della carneficina del Bataclan. Basta col compiacimento o peggio, l'incitamento al fondamentalismo islamico” ha tuonato Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National (Rn, ex Front National). “Al Bataclan la barbarie islamista è costata la vita a 90 dei nostri compatrioti. Meno di tre anni dopo dovrebbe esibirsi un individuo che ha cantato 'crocifiggiamo i difensori della laicità''' ha proseguito. Di “sacrilegio per le vittime, disonore per la Francia” ha parlato su Twitter Laurent Wauquiez, leader dei repubblicani. Bruno Retailleau, capogruppo repubblicano in Senato, ha chiesto al ministro dell'Interno di “utilizzare contro questo rapper lo stesso trattamento riservato a Dieudonne'”, attore, attivista e politico antisionista e antisistema censurato.

Il personaggio

Medine, 35 anni, è rapper francese di origine algerina. Ha pubblicato i suoi primi album dopo l'attentato dell'11 settembre 2001. Sin dall'adolescenza ha scelto di giocare sui cliché del rap e dell'islam, con testi provocatori e progressisti. In più interviste ha raccontato che con la sua musica vuole “tendere una trappola a tutti i pigri che si fermano sempre all'immagine, all'apparenza e non vanno oltre i simboli”. Prodotto dal label indipendente Din Records, Medine è passato alla cronaca per aver fatto stampare delle magliette con la scritta “I'm muslim, don't panik” dopo l'attentato alle Torri gemelle, per “evitare la stigmatizzazione“. La sua ultima provocazione dal titolo “Don't laik“, che gioca con la parola “laic” (laico in francese), risale a pochi giorni prima dell'attentato contro Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015. 

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