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Rajoy: “Pronti a prolungare il commissariamento”

Se Carles Puigdemont sarà nominato presidente della Catalogna dall'estero il governo di Madrid prolungherà il commissariamento. Lo ha affermato il premier spagnolo, Mariano Rajoy, avvertendo che l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione resterà in vigore nel caso l'ex leader proseguisse con l'intenzione di ottenere la nomina a governatore pur risiedendo a Bruxelles, dove è fuggito a fine ottobre dopo essere stato accusato dalla giustizia spagnola di ribellione alla luce della dichiarazione di indipendenza. Parlando alla giunta nazionale del Partito popolare, Rajoy ha spiegato che Puigdemont “deve essere fisicamente presente” in Catalogna per giurare da presidente, e se questo non avviene, il governo centrale manterrà il controllo della regione, commissariata dopo la dichiarazione di indipendenza. 

Botta e risposta

Sulla stessa linea anche la vicepremier spagnola Soraya Saenz, secondo cui una rielezione a distanza dell'ex president sarebbe “illegale“. Saenz a ha detto che Puigdemont deve capire che “è giunto alla fine della sua traiettoria”. Da parte sua il dirigente dei Repubblicani Catalani (Erc) Gabriel Rufian ha proposto che se il presidente catalano uscente non potrà essere rieletto a fine mese, “venga investito il numero due”, cioè il vicepresidente uscente Oriol Junqueras in carcere a Madrid. “Se il numero uno di questo governo Carles Puigdemont, non può esserlo come presidente legittimo per colpa delle minacce e della repressione dello Stato – ha spiegato a Euzkadi Radio – è logico sia investito il numero due”.

Tesoriere condannato

Intanto l'ex tesoriere del partito Cdc, predecessore dell'attuale Pdecat di Carles Puigdemont, Daniel Osacar, è stato condannato a 4 anni e 5 mesi per presunto finanziamento illecito in cambio di commesse nel caso Palau. Il Cdc, che farà ricorso, è stato inoltre condannato a restituire 6,6 milioni di euro. La Corte di Barcellona ha condannato a 9, 7 e 4 anni i dirigenti del Palau della Musica Felix Millet, Jordi Montull e Gemma Montull che hanno ammesso di avere dirottato 22 milioni di euro a beneficio personale.

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