E'stato operato d'urgenza James “Jimmy” Carter, 39esimo presidente degli Stati Uniti d'America, vittima di una brutta caduta costata la rottura di un'anca. Il 94enne ex leader degli Stati Uniti e Premio Nobel per la Pace nel 2002, era rimasto coinvolto in un incidente nella sua tenuta di Plains, in Georgia, a quanto sembra mentre stava cacciando tacchini: subito soccorso e trasportato presso il Phoebe Sumter medical center di Americus, Carter è stato subito ricoverato e sottoposto a intervento chirurgico per ricomporre la frattura. Stando a quanto riferito dal Carter Center, “il chirurgo che lo ha operato ha dichiarato che l'operazione ha avuto successo” e che “sua moglie Rosalynn è con lui”. Secondo il Cc l'ex presidente (che ha già sconfitto un cancro) avrebbe addirittura scherzato su quanto accaduto, sostenendo di essere rammaricato perché la stagione del tacchino finirà con questa settimana e che lui “non ha raggiunto il suo limite”, e di sperare che la Georgia gli consenta di accorpare i giorni persi alla stagione del prossimo anno.
In ripresa
Non ci sarebbero state dunque conseguenze gravi per l'incidente occorso a quello che, a oggi, è il più anziano ex presidente degli Stati Uniti (dopo la morte, a novembre, di George H. W. Bush, più grande di quattro mesi), alla guida del Paese tra il 1977 e il 1981, prima di lasciare le redini della Casa Bianca a Ronald Reagan. Ora Carter “si sta riprendendo dall'operazione comodamente” e, nel frattempo, ha ricevuto messaggi di augurio da numerose personalità, fra le quali l'attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che lo ha incoraggiato a riprendersi in fretta. Proprio Trump, il mese scorso, avrebbe intrattenuto una conversazione telefonica con il suo predecessore, a quanto pare incentrata sulla Cina e la questione dei colloqui sul piano commerciale in corso fra i due Paesi.
Una presidenza con luci e ombre
Presidente ammirato e criticato allo stesso tempo, durante la sua presidenza durata un solo mandato Carter riuscì a ottenere importanti risultati sul piano della diplomazia estera, convincendo l'allora presidente egiziano Sadat e quello israeliano Begin a stipulare gli accordi di Camp David nel 1978 (fautori del Trattato di pace fra i due Paesi dell'anno successivo) e stringendo con il presidente panamense Omar Torrijos il Trattato che porta i loro nomi, con il quale gli Stati Uniti garantivano a Panama il controllo dell'omonimo Canale a partire dal 1999. Sul finire della presidenza, pagò la crisi degli ostaggi con l'Iran e la fase di recesso dell'economia americana che, dopo la fine del suo mandato, conoscerà il cosiddetto periodo della Reaganeconomy.