Sarà lo Stato a pagare il conto dell'incendio che ha devastato Notre Dame. La cattedrale, secondo media francesi, non era infatti assicurata; di conseguenza l'erario, proprietario degli edifici religiosi, dovrà farsi carico dei danni.
Obiettivo: ricostruzione
“Lo Stato farà quello che serve”, ha detto il ministro della Cultura, Franck Riester. Verranno in suo aiuto le sottoscrizioni della colletta privata, che ieri ha toccato 700 milioni di euro e dovrebbe superare oggi il miliardo. Ieri Macron ha promesso: “Ricostruiremo Notre Dame entro 5 anni, ancora più bella. Ce la possiamo fare”. Il sacerdote rettore della cattedrale ha fatto sapere che la chiesa rimarrà chiusa al pubblico per cinque-sei anni, mentre il premier francese, Edouard Philippe, ha annunciato l'avvio di un concorso internazionale per architetti per la ricostruzione della guglia distrutta dalle fiamme.
Indagini
Proseguono, intanto, le indagini sull'incendio, su cui lavorano 50 investigatori. La pista più accreditata è quella “accidentale”. Secondo quanto riferito dal procuratore Rèmy Heitz, “cinque società sono intervenute nel cantiere, e oggi gli inquirenti hanno cominciato a sentire i lavoratori di queste società”. Il rogo è stato in parte collegato al cantiere di ristrutturazione della guglia gotica, dalla quale nei giorni scorsi sono state tirate giù 16 statue di rame. Secondo le prime indicazioni dei pompieri, l'incendio si sarebbe sviluppato da un'impalcatura presente sul posto per i lavori di restauro, mentre Le Parisien cita una fonte di polizia secondo la quale una saldatura sul telaio di legno avrebbe causato il primo focolaio. Un responsabile del cantiere ha comunque assicurato che “le procedure di sicurezza sono state rispettate”.