Dichiarazioni pesanti quelle del premier israeliano Benjamin Netanyahu che, nel suo messaggio alla nazione, ha puntato il dito contro l'Iran spiegando che non solo “Teheran ha mentito sfacciatamente sulle armi nucleari” ma, addirittura, avrebbe in programma di “dotarsi di almeno cinque ordigni nucleari analoghi a quelli utilizzati su Hiroshima”. Affermazioni che il primo ministro ha basato sui “dossier segreti iraniani” dei quali l'intelligence israeliana è venuta in possesso, arrivando a indicare l'operazione come uno dei maggiori successi conseguiti dai servizi segreti del Paese. Per Netanyahu la situazione è chiara: l'accordo conseguito con l'Iran nel 2015 è basato sulla menzogna dello Stato mediorientale e, con la divulgazione di tale dossier, sono venute alla luce “le nuove e conclusive prove del programma bellico nucleare iraniano, da anni nascosto alla comunità internazionale”.
Il programma segreto
Il premier di Israele ha parlato alla Nazione dalla sede del Ministero della Difesa e, rivolgendsi ai suoi connazionali, ha affermato che il governo è entrato in possesso di 55 mila documenti e 55 mila file su cd rom i quali, secondo Netanyahu sarebbero “copia esatta degli originali provenienti dagli archivi segreti di Teheran” e che confermerebbero il cosiddetto “Amad”, il programma di riarmo nucleare del governo iraniano. Notizie delle quali Israele avrebbe messo a parte anche gli Stati Uniti e, durante il suo discorso, Netanyahu ha tirato in ballo anche il presidente Donald Trump, dicendosi sicuro che “farà la cosa giusta” poiché, già da tempo, ha espresso intenzione di denunciare l'accordo del 2015. Gli Usa, inoltre, avrebbero anche dato garanzia dell'autenticità delle prove raccolte dall'Intelligence israeliana.
Usa e Ue
Secondo il premier israeliano, l'Iran ha proseguito “nel proteggere ed estendere le proprie conoscenze sulle armi atomiche per uso futuro”, sostenendo che i missili sono ora in grado di raggiungere “Riad, Tel Aviv e anche Mosca… L'Iran ha mentito ancora nel 2015 alla Agenzia internazionale per l'energia atomica''. In sostanza, ha concluso Netanyahu, è stato già chiesto al presidente Trump di far saltare l'intesa, un accordo che lo stesso Tycoon ha minacciato più volte di voler far saltare. Questo anche considerando che, il prossimo 12 maggio, dovrebbe essere già stato deciso se gli Usa sbloccheranno o meno le sanzioni contro Teheran, ferme dal gennaio 2016. Su tale punto, prosegue dunque la divergenza con l'Unione europea che, nelle scorse ore, ha confermato il proprio appoggio all'accordo durante una conversazione fra Merkel, May e Macron.
La telefonata
La questione Ue, a ogni modo, è stata approfondita dallo stesso premier Benjamin Netanyahu, il quale ha telefonato oggi al presidente francese Emmanuel Macron e alla cancelliera tedesca Angela Merkel per aggiornarli sul contenuto del 'Dossier nucleare iraniano' di cui Israele è entrato in possesso. Secondo quanto riferito in un comunicato ufficiale, pare che alcuni esperti israeliani si recheranno in Francia e Germania per mettere a parte i rispettivi governi ''sugli sforzi iraniani di dotarsi di armi nucleari''. Tra i leader di Stato contattati da Netanyahu, vi sarebbe anche Vladimir Putin e, nei prossimi giorni, dovrebbero avvenire conversazioni anche con la premier May e il presidente cinese Xi Jinping.