La provincia di Aleppo è del tutto libera dai terroristi del califfato. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova spiegando che un’operazione congiunta delle forze governative siriane e dell’aviazione russa ha stroncato le ultime sacche di resistenza. I governativi hanno infatti “cacciato i terroristi dalla zona di Khanasir” forzandoli “a fuggire in territorio aperto, nel deserto”, dove sono stati spazzati via dai raid aerei russi.
La Siria ha, intanto, denunciato nuove incursioni di truppe turche nel nord del Paese, nell’area della provincia di Aleppo occupata da formazioni ribelli sostenute da Ankara, dopo l’operazione “Scudo dell’Eufrate” condotta nell’estate del 2016 che aveva portato la Turchia a schierare truppe e carri armati sul territorio siriano. Il ministero degli Esteri di Damasco, fa sapere l’agenzia governativa Sana, ha inviato lettere al segretario generale e al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per lamentare incursioni in particolare ad Azaz, Jibrin ed Ekhtrin, nel nord della provincia di Aleppo. Si tratta di un territorio occupato da forze alleate alla Turchia posto tra i vasti territori del nord-est della Siria controllati dalle forze curde dell’Ypg, affiliate al Pkk, e l’enclave occidentale di Afrin, anch’essa in mano ai curdi.
La Turchia considera le milizie dell’Ypg, sostenute dagli Usa, come “terroriste” alla stessa stregua dell’Isis. Con “Scudo dell’Eufrate”, avviata nell’agosto del 2016, Ankara aveva strappato all’Isis la cittadina di Jarablus e la regione circostante, vicina al suo confine, lasciandone poi il controllo a formazioni ribelli sue alleate. Lo scopo era mantenere la divisione in due parti dei territori controllati dai curdi, che altrimenti controllerebbero praticamente tutte le regioni settentrionali della Siria che corrono lungo oltre 500 chilometri di confine con la Turchia. Nella lettera all’Onu il ministero degli Esteri siriano ha condannato quella che ha definito “la politica di aggressione ed espansionismo” di Ankara.