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Mosca pronta a consegnare gli S-300

Mosca fornirà “presto” alla Siria i suoi sistemi di difesa anti-aera S-300. Lo scrive oggi il quotidiano Kommersant, citando “due fonti militari-diplomatiche“, secondo le quali la questione delle consegne, “legata principalmente alla sfera politica”, è stata risolta.

Consegna

Le componenti del sistema, tra cui stazioni radar, macchine di carico e trasporto e lanciatori, saranno “presto” consegnate alla Siria o su aerei militari o su navi della Marina russa, hanno detto le fonti. Il trasferimento degli S-300 dovrebbe passare nell'ambito delle azioni di “assistenza tecnico-militare“, ha spiegato Kommersant; secondo una fonte, “i siriani non hanno soldi” per questo tipo di acquisto e la Russia non ha intenzione di far loro credito. Nei luoghi di dispiegamento degli S-300 in Siria, ha aggiunto il giornale, saranno presenti anche consiglieri miliari russi, per fare formazione agli ufficiali siriani. Va ricordato che, la russa Rosoboronexport aveva firmato con Damasco nel 2010 un contratto per la fornitura di quattro divisioni di S-300, la cui attuazione è stata annullata, in seguito alle critiche mosse da Israele, secondo cui con i nuovi sistemi missilistici Damasco avrebbe potuto controllare lo spazio aereo. In seguito ai raid congiunti di Usa, Gran Bretagna e Francia sulla Siria lo scorso 14 aprile, Mosca ha detto di non sentirsi più “moralmente obbligata” a non consegnare al regime gli S-300. Gli esperti ritengono che la reazione di Israele a un tale passo da parte russa sarà negativa e alcuni non escludono attacchi israeliani alle postazioni dove saranno schierati i nuovi sistemi di difesa anti-aerea.

Indagini a Duma

Proseguono, intanto, le indagini dell'Opac a Duma, luogo del presunto attacco chimico del 14 aprile. Serghei Lavrov, ministro russo degli esteri, ha chiesto agli ispettori di svolgere il proprio lavoro “senza soccombere alle pressioni esterne”. Mosca, ha aggiunto, e la Russia insisterà sul fatto che visitino “tutti i luoghi, legati al presunto attacco chimico“. Lavrov ha ricordato che gli esperti Opac “non hanno ancora visitato l'ospedale (dove sono state ricoverate le vittime) e i laboratori liberati dalle forze siriane con l'aiuto russo e dove i miliziani, fino a poco prima dell'uscita da Ghuta est, hanno condotto i preparativi per l'attuazione di attacchi chimici”. 

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