Non cederà Theresa May, né alle pressioni interne né tantomeno a quelle esterne, convinta com'è che l'accordo da lei raggiunto sia “il migliore per il Paese”. Nonostante il rischio del voto di sfiducia, una maggioranza in Parlamento che sembra non esserci e quella che tuttora resta un'incognita, l'Irlanda del Nord, la premier tira dritto perché l'intesa raggiunta con Bruxelles “protegge l'integrità del Regno Unito e l'accordo pacifico dell'Irlanda del Nord, lasciando il Regno Unito ma senza un confine fisico”. Parlando ai media da Downing Street, May sottolinea che quanto fatto fin qui, da lei e dai suoi collaboratori, è stato fatto “nell’interesse nazionale, non in un interesse di parte e sicuramente non nell’interesse delle mie ambizioni politiche”.
Rivendicazioni
A ogni modo, il primo ministro non resta insensibile alla situazione del suo governo e si dice in grado di comprendere coloro che hanno abbandonato la nave, anche se resta convinta di aver fatto il suo dovere e di aver allestito una bozza di accordo che onora in pieno il mandato referendario, rivendicando uno dei punti che ha portato alle dimissioni di alcuni membri della sua squadra. E May è anche consapevole che la sfida di Westminster non sarà facile, limitandosi a dire che ora toccherà al Parlamento esaminare il suo accordo e valutare se convenga o meno perseguire quella via che la premier definisce l'unica possibile: “Leadership significa fare le scelte giuste, non quelle facili”.
Verso la sfiducia?
Ora, la spada di Damocle che pende su Downing Street è quella della sfiducia ma May non si mostra preoccupata, dicendosi pronta ad affrontarla. E per quanto riguarda il resto, la premier si augura che, se davvero i suoi compagni di partito dovessero chiedere di sfiduciarla, si ricordino di quanto fatto da lei per la Brexit e per rispettare in pieno quanto decretato dal referendum del 2016. E, di questi impegni, fa parte anche la ridefinizione del confine fra le Irlande: “Nessuna ha proposto alternative per la Brexit, capisco che ci sono persone in difficoltà con il backstop, ne condivido alcune preoccupazioni, ma non c'è nessun accordo che possa essere raggiunto con la Ue che non coinvolga un backstop”. Nel frattempo, però, in casa Tory la situazione resta tesa dopo il poker di dimissioni arrivato in giornata. L'unico punto che appare davvero fermo è l'assenza di un nuovo referendum, sul quale May continua a insistere.