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Macron non si scusa

No, da Emmanuel Macron non arrivano le scuse richieste dal premier Conte, in riferimento agli appellativi riservati dal presidente francese all'Italia a proposito della vicenda Aquarius. Non solo il capo dell'Eliseo non torna indietro sugli aggettivi “cinico” e “irresponsabile” ma rimarca: “Chi cerca la provocazione? Chi è che dice 'io sono più forte dei democratici e una nave che vedo arrivare davanti alle mie coste la caccio via'? Se gli do ragione, aiuto la democrazia? Non dimentichiamo chi ci ha interpellati, li  conosciamo bene”. Nessun riferimento esplicito, dunque, ma comunque latente nelle parole di Macron che, di certo, non contribuiscono ad allentare la tensione in corso fra i due Paesi.

Situazione calda

In giornata, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, aveva annullato un incontro con l'omologo francese, Bruno Le Maire, previsto per oggi a Parigi, mentre il titolare degli Esteri, Moavero Milanesi, aveva convocato alla Farnesina l'ambasciatore francese. Per quanto riguarda Tria, ha svolto quella che è stata definita “una telefonata cordiale” con il ministro transalpino, durante la quale si sarebbero promessi di incontrarsi in vista dell'Ecofin di Lussemburgo anche se, al momento, non è dato sapere né dove né quando avverrà l'incontro. Nel frattempo, preso atto della posizione francese, il premier Conte sembra sempre più propenso a depennare dall'agenda il bilaterale di venerdì prossimo a Parigi con Macron, già a fortissimo rischo nella giornata di ieri, quando la reazione della Francia al caso Aquarius aveva fatto traballare il previsto incontro aprendo possibili scenari estremamente deleteri a livello diplomatico.

Salvini: “Guerra isterica al popolo italiano”

Non accenna a calare, dunque, la tensione fra i due Paesi. Il presidente Macron, nel mantenere la sua posizione nei confronti dei vicini italiani, ha dichiarato che “la vera risposta è nella politica di sviluppo, di sicurezza, di smantellamento delle reti di trafficanti”. Annunciando poi, va detto, che la Francia continua a “lavorare mano nella mano con l'Italia” nella gestione dei flussi migratori. “Da un anno – sottolinea – lavoriamo in modo esemplare, abbiamo ridotto a un decimo gli sbarchi grazie a un lavoro con la Libia, nel Sahel”. Parole che, a ogni modo, non hanno ammorbidito la posizione dell'Italia che, con il ministro dell'Interno Salvini, ha replicato al presidente francese affermando che “Macron continua istericamente la sua guerra al popolo italiano che in quanto a generosità ha poco da imparare”. L'attenzione, ora, è tutta sul vertice di venerdì: se, come sembra, Conte decidesse infine di non andare, si tratterebbe indubbiamente di un punto di rottura che, altrettanto inevitabilmente, porterà conseguenze diplomatiche. Cosa che, del resto, sta già accadendo in questa fase.

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