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L'incubo del terrore sul London Bridge

Un colpo al cuore quello subito da Londra. Una furia cieca che prende forma su quel London Bridge già teatro prediletto del terrore, spettatore inerme della follia umana che spezza vite in modo arbitrario e casuale. Si è diradata pian piano la nebbia che avvolgeva, almeno in parte, l'agguato di Usman Khan, 28 anni, condannato a sei anni per terrorismo e da poco più di un anno in libertà vigilata. Una pena di sei anni quella scontata nei carceri londinesi, a quanto pare non sufficiente per spegnere il focolaio del fanatismo, esploso con la consueta violenza falciando un ordinario pomeriggio di operosa quotidianità nel bel mezzo della City. Pare abbia agito da solo Usman Khan, decidendo di mettere in atto la sua lucida pazzia dopo aver partecipato all'evento di Learning Together, l'organizzazione britannica (con sede a Cambridge) che opera nelle carceri per fornire istruzione ai detenuti. Neanche troppo lontano dal London Bridge, dove l'incubo del giugno 2017 è tornato a materializzarsi in tutta la sua crudeltà.

Terrorismo sconfitto

Alla fine, il bilancio è di due morti, escluso l'attentatore. Due persone di passaggio, civili, come quelli che per primi hanno bloccato Khan, disarmandolo e permettendo alla Polizia di intervenire, evitando probabilmente numeri ancora più tragici. L'attentatore è spirato qualche ora dopo per le ferite riportate, mentre le immagini dei passanti che si avventavano su di lui facevano il giro del mondo. Fra di loro pare ci fosse anche tale James Ford, un uomo che, stando a quanto riferito dal Daily Mail online, come il terrorista di London Bridge, era in libertà vigilata, condannato per aver ucciso brutalmente una donna 15 anni fa e immortalato mentre, con il coltello dell'attentatore in mano, si allontanava lungo il ponte dopo averglielo strappato di mano. C'era anche lui fra coloro che lo hanno fermato, i passanti che hanno reagito al terrore non con la fuga, ma decidendo di rischiare in prima persona per spegnere la fiamma del terrorismo prima che divorasse altre vite. Il segno di una città che, pur profondamente ferita, è ancora in grado di rispondere a chi vuole destabilizzarla con il terrore: “Voglio ringraziare i nostri coraggiosi servizi d'emergenza – ha detto alla Bbc il sindaco Sadiq Khan – e anche i passanti che questo pomeriggio hanno rischiato la propria incolumità. Sono i migliori tra noi”. Una città che non si è piegata alle paure di un incubo che ritornava: “Il messaggio che mandiamo è che questo Paese non sarà mai diviso o intimidito da questo tipo di attacchi – ha detto il premier Boris Johnson -. I nostri valori, i valori britannici prevarranno”.

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