Tre leader dell'Isis e l'ex capo di Ansar al-Sharia sono morti in seguito a un raid americano in Libia. Un drone Usa ha colpito il suv su cui viaggiava Abu Muslim al-Liby, detto al-Kiwi, che guidava il gruppo terroristico con base a Sirte confluito un anno fa nel sedicente Stato islamico. Il gruppo è accusato tra l'altro di essere responsabile dell'assalto al consolato Usa a Bengasi del 2012 in cui morì l'ambasciatore statunitense, Chris Stevens.
Uccisi
Il comando militare americano in Africa (Africom) ha reso noto di aver condotto il raid “di assoluta precisione” che ha portato all'uccisione di quattro membri dello Stato islamico. Erano a bordo di un fuoristrada a 35 chilometri da Bani Walid, nel nord-ovest del Paese nordafricano, e i loro corpi sono stati trasportati all'ospedale dalla città. Il leader jihadista era già stato in carcere sotto il regime di Muammar Gheddafi e aveva poi combattuto in Siria e in Iraq, prima di tornare in Libia all'inizio del 2014. Tra il 2014 e il 2016 l'esercito di Abu Bakr al Baghdadi aveva fatto di Sirte la sua roccaforte in Libia e vi aveva commesso terribili atrocità sui civili. Nella città natale di Gheddafi, al-Kiwi si era affermato come uno dei capi dell'Isis, responsabile in particolare della logistica e della comunicazione con gli altri gruppi jihadisti in Libia. Durante l'offensiva della milizia di Misurata, il leader jihadista era fuggito dalla città.
Terzo raid di Trump
Si tratta del terzo raid americano in Libia da quando Donald Trump è alla Casa Bianca, stavolta condotto in collaborazione con il governo di unità nazionale libico; ed è una risposta alle ricorrenti richieste avanzate dal governo guidato da Fayez Serraj, che teme il ritorno dell'Isis in alcune aree del Paese.
Il primo bombardamento ha avuto luogo nel settembre 2017, a sud di Sirte, quando fu colpito un gruppo dell'Isis. Il secondo fu condotto nel marzo scorso a Ubari nell'estremo sud del Paese, contro un jihadista algerino sempre del Califfato.