I pm tedeschi vogliono l'estradizione in Spagna di Carles Puigdemont, chiedendo, nel contempo, che rimanga in carcere.
Richieste
Il procuratore generale dello Schleswig Holstein, il Land dove l'ex presidente catalano è stato fermato in base al mandato d'arresto europeo emesso dalla giustizia spagnola, ha chiesto l'estradizione per i reati di “alto tradimento” e “appropriazione indebita di fondi pubblici”. Sarà adesso la prima sezione penale della Corte dello Schleswig-Holstein, composta da tre giudici, a decidere su entrambe le questioni. Jens Bahr, portavoce del tribunale, ha detto che il responso sulla libertà di Puigdemont arriverà a breve, nel giro di due o tre giorni. Per pronunciarsi sull'estradizione, i tre giudici hanno invece 60 giorni di tempo, prorogabili fino a 90. Il portavoce non ha voluto dare tempi sulla conclusione definitiva del processo.
Sconfitta
Gli avvocati di Puigdemont hanno reagito in modo laconico, ma in realtà si tratta della prima importante sconfitta legale del politico catalano, che èstato rappresentato in Germania da uno degli avvocati di diritto penale internazionale più quotati: Wolfgang Schomburg, ex giudice della Corte costituzionale e dei Tribunali per la ex Jugoslavia e per il Ruanda. Schomburg aveva definito le ragioni alla base della richiesta di estradizione imprecise e superficiali, sostenendo che crimini di alto tradimento e appropriazione indebita non rientrassero nel Codice penale tedesco.
Il caso delle deleghe
In attesa della decisione, la capigruppo del Parlament catalano ha accettato la possibilità che l'ex president possa votare per delega tramite gli eletti di JxCat, la sua lista secessionista, ed Esquerra Republicana (Erc), la sinistra indipendentista dell'ex vicepresidente Oriol Junqueras, attualmente in carcere. La richiesta che Puigdemont possa delegare il suo voto a un altro deputato nelle prossime sedute, nonostante il Tribunale Costituzionale si sia espressamente pronunciato contro, era stata avanzata da JxCat. Contrari gli uffici legali del Parlament, che però hanno lasciato la decisione finale all'organo di autogoverno della Camera catalana. Finora, nelle quattro sedute parlamentari che ci sono state in questa legislatura, i deputati catalani che sono nelle carceri spagnole hanno delegato il voto senza che né i partiti dell'opposizione né il governo centrale abbiano fatto ricorso. Ma nelle scorse settimane il governo di Madrid ha avvertito che si opporrà a qualsiasi delega di voto per i deputati che sono detenuti in carceri all'estero, come è il caso di Carles Puigdemont.