Torna a crescere la tensione nei Paesi del “Sol levante” dopo il nuovo lancio di un missile balistico da parte della Corea del Nord. Pyongyang non effettuava test nucleari da 45 giorni: l'ultimo risale al 15 settembre scorso. Anche in quel caso, l'ordigno precipitò nel Mar del Giappone. A riferirlo è l'agenzia di stampa sud-coreana, Yonhap. Immediata la risposta del primo ministro giapponese, Shinzo Abe ha convocato l'esecutivo d'urgenza, affermando, pochi minuti dopo l'annuncio del lancio, che il missile è caduto in mare al largo delle coste del Giappone. L'esercito sudcoreano sta analizzando i dettagli del lancio con gli Stati Uniti d'America. Seul aveva già riferito ieri di attività in una base missilistica nordcoreana che potevano preludere a un nuovo lancio. Prima di questo test, la Corea del Nord aveva lanciato 22 missili senza testata attiva durante 15 test compiuti a partire dall'inizio di febbraio.
La rispsota degli Usa e della Corea del Sud
L'esercito degli Stati Uniti ha individuato il lancio di un missile dalla Corea del Nord, conferma il Pentagono. “Approssimativamente alle 13:30 (le 19:30 italiane), abbiamo individuato il probabile lancio di un missile dalla Corea del Nord”, ha dichiarato il colonnello Rob Manning. “Siamo nella fase di valutazione della situazione e forniremo dettagli aggiuntivi non appena disponibili”, ha proseguito. Donald Trump è stato informato del nuovo lancio. L'informazione è arrivata al presidente americano mentre il missile era ancora in volo. E, come riferisce la Casa Bianca, nelle prossime ore sono attese delle dichiarazioni da parte del tycoon.
Le paure del Giappone
Confermati, dunque, i sospetti del Giappone che nelle scorse ore aveva riferito di aver captato segnali radio provenienti dalla parte settentrionale della Penisola coreana, definendo “anomali”. I militari aveva intepretato questo come il segno di una possibile preparazione a un nuovo test missilistico. Ma i rilevamenti satellitari avevano identificato i movimenti sul territorio del regime come “regolari addestramenti militari”. Sono trascorsi ben 45 giorni dall'ultimo test effettutato da Kim, durante i quali da Pyongyang è stato registrato un atteggiamento tutto sommato tranquillo, escludendo l'episodio di sconfinamento che ha visto coinvolti alcuni soldati nordocoreani e un disertore fuggito oltre frontiera.
La situazione
Il lancio del missile balistico potrebbe essere la risposta del regime di Kim Jong-un a Washington che, pochi giorni fa, ha inserito la Corea del Nord nella lista nera degli Stati che sponsorizzano il terrorismo internazionale. Una decisione che non era piaciuta a Pyongyang, dove era stata accolta come una provocazione. Ora che il test si è realizzato, si teme la nuova sperimentazione di un programma missilistico che, nonostante sanzioni e restrizioni, sarebbe proseguito senza sosta. L'intento di Kim, dichiarato quasi un anno fa in occasione del discorso di Capodanno, era la creazione di una super-testata in grado di trasportare un ordigno nucleare fino agli Stati Uniti. Ma fino ad oggi si sono susseguiti solo lanci a medio e lungo raggio accompagnati da qualche test atomico, l'ultimo dei quali aveva provacato due terremoti.
Sistema anti-missile alle Hawaii
Nel frattempo, le autorità delle Hawaii hanno preso la decisione di rimettere in uso la sirena antimissile, dismessa quasi 30 anni, al termine della Guerra fredda. Alla fine della settimana verrà effettuata un'esercitazione destinata a 400 località dell'arcipelago che, da lì in poi, verrà ripetuto mensilmente. Ma ora è probabile che l'esercitazione venga anticipata.