L’ultimo dei cinque ponti ancora funzionante sul fiume Tigri a Mosul è stato distrutto da un raid aereo, secondo quanto riferiscono residenti della città che le forze lealiste irachene stanno cercando di strappare all’Isis con un’offensiva in corso dal 17 ottobre.
Non è chiaro se il raid sia stato compiuto da caccia iracheni, americani, o di altri Paesi della Coalizione a guida Usa. Attivisti all’interno di Mosul hanno diffuso fotografie della struttura in metallo, conosciuta come il Ponte Vecchio, interrotta e con alcune parti sprofondate nelle acque del fiume, mentre imbarcazioni trasportano i residenti da una riva all’altra.
L’esercito iracheno è riuscito finora a riconquistare solo alcuni quartieri della periferia orientale di Mosul, ma si trovano ancora lontane dal fiume, mentre il centro della città è situato sulla riva occidentale.
Intanto Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, descrive un quadro drammatico: “Ad oggi sono 109 mila le persone sfollate da Mosul di cui 52 mila bambini. L’80 per cento degli sfollati sono stati accolti in campi di accoglienza a nord e sud di Mosul ma ci sono ancora 1,5 milioni di persone a rischio di cui 1,2 di rimanere sfollate, 600 mila sono bambini ed 1 milione di persone sono tagliate fuori dall’assistenza umanitaria, con migliaia di famiglie senza acqua per danni alle condotte idriche” prosegue Iacomini.
“E’ un quadro di rara gravità. I bambini sono le vittime sacrificali di questa situazione: 52 sono stati uccisi e 150 feriti nel 2016, sebbene notizie non confermate parlino di 244 bambini uccisi e 34 usati come attentatori suicidi”.