E'quasi una partita a scacchi quella che si sta giocando nel Golfo Persico, con la non trascurabile differenza che, al posto delle pedine, a essere mosse e tolte dalla scacchiera sono grosse navi cargo, dietro le quali stazionano enormi interessi commerciali. Per questo la notizia diffusa da Farsnews e ripresa dalla Bbc di un nuovo sequestro operato dai pasdaran iraniani di una petroliera straniera nelle acque del Golfo ha immediatamente fatto il giro del mondo, accompagnata dalle parole dei rappresentanti delle forze navali del Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica citate dall'agenzia stampa statale Irna, con le quali si spiega che i militanti “hanno sequestrato una nave straniera che trasportava 700 mila litri di combustibile di contrabbando intorno all’isola di Farsi”. Un'azione che, è stato spiegato, rientra in una più ampia operazione di contrasto al traffico illecito nell'area.
Escalation di tensione
Secondo quanto riferito dalla Bbc, l'operazione è scattata attorno alle 21.30 di mercoledì sera, quando le motovedette dei pasdaran hanno intercettato e bloccato il cargo, procedendo poi all'arresto dei membri dell'equipaggio, tutti stranieri anche se, al momento, non è nota la loro nazionalità. Un dettaglio che sarebbe rilevante anche se, negli ultimi mesi, le tensioni del Golfo hanno riguardato l'Iran e diversi Paesi occidentali, con particolare risentimento con il Regno Unito, con il quale si era arrivati a sfiorare una crisi diplomatica a seguito del sequestro della petroliera iraniana Grace 1 nello Stretto di Gibilterra, lato spagnolo. A ogni modo, a partire dagli incidenti dello Stretto di Hormuz del giugno scorso, quella fra Teheran e l'Occidenet è stata un'escalation continua, ulteriore tassello d'instabilità nell'area mediorientale da affiancare al già complesso caso del nucleare, esploso con l'uscita di Trump dall'accordo stipulato da Obama e incrementato dal progressivo arricchimento di uranio annunciato (e compiuto) da Teheran.
Casi recenti
E' già la seconda volta, dopo il caso della MT Riah panamese (sequestrata il 13 luglio scorso, con le autorità iraniane che parlarono di soccorso), che l'Iran accusa una nave stranirea di contrabbando e, sempre a luglio, era stato disposto il fermo della Stena Impero, battente bandiera britannica, ponendo come motivazione l'urto con una barca da pesca. La tensione sembrava essersi leggermente stemperata con il rilascio della petroliera Mesdar, di proprietà del Regno Unito, avvenuto nella giornata di ieri. Un capitolo che, a ogni modo, sembra destinato a rimanere aperto, in attesa di capire quale sia, stavolta, la nave al centro del rischioso gioco.