Aeroporti chiusi, turisti bloccati e un'intera popolazione in attesa di capire cosa succederà: il vulcano Agung, in piena eruzione, continua a spaventare i cittadini di Bali, costringendo le autorità locali a evacuare 100 mila persone dalle proprie abitazioni, predisponendo inoltre un servizio di traghetti che possa consentire ai numerosi visitatori di raggiungere Giava via mare. Era dal 1963 che la bocca di fuoco non dava segni di vita, mantenendo uno stato di quiescenza pressoché costante lungo gli ultimi 54 anni. L'eruzione, dapprima segnalata come poco preoccupante, ha via via incrementato la portata dei suoi effetti, oscurando il cielo indonesiano con una fitta nube di fumo e ceneri. Una situazione che, secondo un referente del locale Centro di vulcanologia, potrebbe addirittura peggiorare: le continue scosse e l'intensificazione della luce emessa dal fuoco vulcanico, farebbero pensare a un'eruzione più forte.
Rischio eruzione
Nel frattempo, l'area interdetta attorno al vulcano, non distante dalla turistica località di Kuta, è stata ampliata fino a 10 chilomteri ed evacuata pressoché totalmente. C'è timore, inoltre, per il progressivo riempimento del cono magmatico il quale, secondo gli esperti, sarebbe quasi giunto a un livello di saturazione. Da qui il timore di un'eruzione imminente e, al contempo, dei pericoli dovuti alla colata di magma lungo le pendici del monte. Una situazione che potrebbe essere aggravata anche dalla stagione delle piogge in corso nell'arcipelago indonesiano. Secondo un responsabile dell'Agenzia per la gestione dei disastri geologici, “l’attività del monte Agung è entrata nella fase di eruzione magmatica ma al momento sta ancora emettendo cenere. Dobbiamo monitorare ed essere cauti riguardo alla possibilità di un’eruzione forte ed esplosiva”.
Vulcano esplosivo
Anche l'aeroporto del capoluogo Denpasar, inizialmente rimasto aperto pur con molti voli cancellati, è stato chiuso dalle autorità indonesiane in attesa di capire come si evolverà la situazione dell'Agung. Un vulcano che, come molti altri di quest'area, è noto per le sue eruzioni esplosive, compresa quella del 1963, la cui colata lavica mancò di un soffio il famoso tempio induista di Besakih. A non molti chilometri di distanza, nel 1883, il monte Danan sull'isola di Krakatoa (situata nello Stretto della Sonda) esplose mandando letteralmente in pezzi la porzione di terra emersa sulla quale si trovava, provocando il più forte rumore mai udito sul Pianeta.