Un altro brutto colpo in casa Tory e, nello specifico, all'interno del Governo May: l'esecutivo, infatti, perde un altro importante pezzo con le dimissioni di Damian Green, 61 anni e vice della premier britannica. Come riportato dalla Bbc, su Green pesano le accuse di molestie a suo carico e lo scandalo che lo ha visto coinvolto, nato già anni fa a seguito del ritrovamento di un archivio di foto pornografiche nel database del suo pc ministeriale. In passato, inoltre, il vicepremier era stato accusato di aver fatto alcune avances alla giornalista Kate Maltby, un episodio risalente al 2015 ma denunciato solo lo scorso 1 novembre. May, dunque, si trova nuovamente a fare i conti con delle dimissioni eccellenti dopo quelle del ministro della Difesa, Michael Fallon, anch'egli travolto dallo scandalo del sexgate britannico: l'addio del numero due dell'esecutivo, però, rappresenta una doccia gelata non solo per l'importanza strategica di Green nello scacchiere dei Tories ma anche per il momento complicato nel quale è arrivato.
Rammarico May
Sia a proposito dei materiali ritrovati nel suo pc dei Comuni (a ogni modo non di natura pedopornografica) che riguardo le accuse di molestie, dopo aver ripetutamente negato Green ha spiegato, nella sua lettera di dimissioni, di aver rilasciato dichiarazioni “inaccurate e ingannevoli”, scusandosone. E allora, in un periodo non certo facile per il Governo, May si ritrova a dover tamponare una ferita che rischia davvero di debilitare l'ala conservatrice del parlamento. Anche per questo la premier aveva strenuamente difeso la posizione di Green, praticamente il più importante fra i suoi fedelissimi, dicendosi in seguito “profondamente rammaricata” per le sue dimissioni. Del resto, in un momento particolarmente delicato sul tema Brexit, la perdita di un tassello nella scacchiera dell'esecutivo potrebbe portare la risicatissima maggioranza Tory a scendere ulteriormente in fatto di influenza.
Lo scandalo
Il nome di Green, a quanto pare, figurava all'interno del dossier diffuso dal “Daily Mail”, nel quale erano elencati i nomi di 40 deputati conservatori, uomini e donne, indicati come presunti responsabili di atti poco consoni al ruolo ricoperto. Tra questi, vi erano anche ministri e sottosegretari. Al netto di altri Tories sotto la lente d'ingradimento, il nome di Green è certamente il più altisonante fra quelli finora colpiti, anche più di Fallon: il vicepremier, infatti, ha finora rappresentato una figura di sicuro affidamento per May e, in qualche modo, uno degli ultimi collegamenti con il vecchio governo di maggioranza. Ora, specie sul fronte interno, le cose si faranno (politicamente) decisamente più difficili.