La ricerca del petrolio nelle acque dell’Oceano Atlantico premia il Marocco: la compagnia anglo-turca Genel Energy ha annunciato di aver trovato il greggio nella zona di Sidi Moussa-1, di fronte alle coste del Paese maghrebino e a circa 200 km dall’arcipelago delle Canarie. Così, secondo quanto riferisce la stampa araba, il Marocco avrebbe superato la Spagna, impegnata nelle stesse operazioni.
La compagnia petrolifera, in collaborazione con le società Serica e San Leon, ha spiegato di aver trovato il greggio a una profondità di 2.825 metri in acque marocchine: adesso, il consorzio attende il via libera della autorità del Paese, per realizzare alcune prove di produzione. Il progetto prevede l’installazione di un oleodotto per il successivo sfruttamento commerciale del petrolio marocchino, che sarà impiegato sia per il fabbisogno energetico interno al Paese, sia venduto sullo scenario internazionale.
Il Marocco batte sul tempo la dirimpettaia Spagna dove, nel frattempo, è esplosa una polemica sul progetto di Repsol: alla fine di novembre, dovrebbe infatti iniziare la ricerca di petrolio e gas a 60 chilometri dalle coste di Lanzarote e Fuerteventura, nell’arcipelago delle Canarie. All’iniziativa, che ha ricevuto il via libera del governo, si oppongono le associazioni ambientaliste: insieme al governo delle Canarie, che ha indetto una campagna contro le trivellazioni, con l’obiettivo di difendere l’attuale modello di sfruttamento turistico dell’arcipelago. L’esecutivo locale ha convocato, inoltre, un referendum per il prossimo 23 novembre, per permettere agli abitanti delle isole di pronunciarsi sullo sfruttamento del greggio: il governo di Madrid ha già annunciato che bloccherà la consultazione con un ricorso, perché considerato “un atto illegittimo”.