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Hamas: “I palestinesi hanno il diritto di armarsi”

Nel giorno in cui il governo dell’Anp ha svolto la sua prima seduta a Gaza City, il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha rivendicato il diritto dei palestinesi ad armarsi. “Ci sono due tipi di armi: quelle del governo, della polizia e delle forze di sicurezza e le decisioni su questo tipo di armi sono di responsabilità del governo”, ha premesso Haniyeh in un’intervista all’emittente egiziana On Tv. Il secondo tipo “è l’arma della resistenza: finché esiste un’occupazione sionista sulla terra palestinese, il nostro popolo palestinese ha il diritto di possedere le armi e di resistere contro l’occupante attraverso ogni forma di resistenza”. Questa, ha aggiunto ancora il leader del movimento palestinese, “non è una cosa né nuova né creata da Hamas: pure il popolo egiziano ha resistito all’occupante e tutti i popoli sotto occupazione hanno opposto resistenza”.

L’arma che riguarda il governo, e i suoi apparati, ha aggiunto, “è unica, è sotto il controllo dello Stato e le decisioni in questo proposito spettano allo Stato”, ha detto ancora Haniyeh alla tv egiziana. “Noi siamo Hamas” e “siamo pronti a sviluppare un meccanismo con i nostri fratelli, una strategia di resistenza: come resistere, quando resistere, quando calmarsi e quando aumentare”, quando prendere “la decisione della pace e quella della guerra”, ha proseguito. “Siamo pronti a dialogare con Al-Fatah e le altre fazioni (palestinesi) per la gestione della decisione sulla resistenza”, ha sottolineato. “Siamo pronti e chiediamo ai nostri fratelli di Fatah che la decisione politica sia anche una decisione comune“.

Parole che rischiano di mettere subito in imbarazzo il premier dell’Anp Rami Hamdallah, il quale, nel suo primo giorno di lavoro a Gaza City dopo la storica riconciliazione con Hamas, ha detto in modo chiaro e tondo che a nessuna delle due fazioni sarà consentito di avere armi illegali. “Se qualcuno di al-Fatah ha un’arma illegittima in Cisgiordania, lo arresto – ha avvertito -. Lo stesso a Gaza”.

La riconciliazione tra Hamas e Al Fath è seguita con attenzione da parte di Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha detto che si oppone all’intesa. “Non possiamo accettare – ha spiegato – presunte ‘riconciliazioni’ in cui la controparte palestinese si riconcilia a spese della nostra esistenza. Chi vuole fare riconciliazioni a nostro parere deve riconoscere Israele, smantellare l’ala armata di Hamas, spezzare i legami con l’Iran“.

Nel corso di una seduta del Likud nella città-colonia di Maalè Adumim, riferita dai media locali, Netanyahu ha affermato anche: “Ci aspettiamo da chi parla del processo di pace che riconosca lo Stato d’Israele e lo riconosca come Stato ebraico”. Da parte sua il leader del partito Focolare ebraico Naftali Bennett, che in precedenza aveva perorato sanzioni economiche all’Anp in seguito alle intese con Hamas, ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di difesa del governo israeliano.

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