Gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni ed incriminazioni contro una rete di hacker iraniana. Lo ha annunciato il vice ministro di Giustizia, Rod Rosenstein, definendola “una delle maggiori campagne di hackeraggio sponsorizzate da uno stato” mai perseguite dagli Usa.
Accuse
Nove iraniani sono stati accusati “cospirare” per hackerare computer e defraudare università americane, aziende ed agenzie per rubare informazioni e ricerche. Rosenstein ha precisato che gli accusati lavoravano per il governo di Teheran e per il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Gli accusati avrebbero preso di mira 100.000 account di posta elettrica di professori nel mondo, riuscendo con successo a violarne 8.000 rubando informazioni. Tra i capi di imputazione, la frode informatica, la cospirazione e il furto di identità. Delle 320 università di 22 Paesi prese di mira, 144 sono americane.
Furto d'informazioni
“Le informazioni rubate sono state utilizzate dal Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche o vendute per profitto in Iran”, ha precisato Rosenstein stimando in 3,4 miliardi di dollari il costo delle ricerche delle universita' rubate. Rosenstein ha dunque definito “fuggitivi dalla giustizia” gli accusati indicando la possibilità di un'estradizione. Il ministero di Giustizia Usa ritiene i nove hacker si trovino al momento tutti in Iran. Sono Gholamreza Rafatnejad, 38 anni, Ehsan Mohammadi, 37 anni, Abdollah Karima, aka Vahid Karima, 39 anni, Mostafa Sadeghi, 28 anni, Seyed Ali Mirkarimi, 34 anni, Mohammed Reza Sabahi, 26 anni, Roozbeh Sabahi, 24 anni, Abuzar Gohari Moqadam, 37 anni e Sajjad Tahmasebi, 30 anni. “Quando gli hacker ottengono accesso illegale a computer, gli possono bastare pochi minuti per rubare scoperte che hanno richiesto anni di lavoro e milioni di dollari di investimento“, ha osservato Rosenstein.