Non ci sarà, almeno per ora, l'auspicato “cessate il fuoco” per fermare il massacro della Ghouta, in Siria: la bozza di risoluzione, proposta in Consiglio di sicurezza da Svezia e Kuwait con l'appoggio degli Stati Uniti, ha incontrato la bocciatura da parte della Russia, la quale ha così vanificato i tentativi di un accordo che avrebbe potuto far momentaneamente tacere le armi. Va da sé che la situazione nella Ghouta orientale, dove sono in corso continui e pesanti bombardamenti governativi che hanno messo in ginocchio la popolazione civile anche a causa delle pesantissime perdite subite in termini di vite umane.
Numeri tragici
E' da quasi una settimana che lo sganciamento di ordigni sull'intera area (occupata da numerosi gruppi ribelli facenti capo a diversi Paesi, come l'Arabia Saudita e la Turchia stessa) prosegue in modo tassativo: al momento, secondo quanto riferito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), sarebbero almeno 400 il numero delle persone civili (21 solo nella giornata del 22 febbraio) che sono rimaste uccise sotto le bombe. Tra queste, è stato spiegato, vi sarebbero almeno 94 minori, fra bambini e adolescenti. Particolarmente intensi i bombardamenti nella Ghouta orientale, non lontano dalla capitale Damasco: nella cittadina di Duma, l'ultimo raid ha provocato la morte di 13 persone.
Inferno a Duma
L'ultima offensiva, messa in atto con dei razzi, si è concentrata proprio su Duma, il centro più importante della regione e distante non più di 15 chilometri da Damasco. A ogni modo, negli ultimi 5 giorni, l'intenso fuoco governativo aveva colpito anche altri centri, andando a toccare con violenza gli obiettivi più disparati: nella giornata di ieri, un sanitario di Medici senza frontiere ha spiegato che la struttura presso la quale stava lavorando è stata più volte colpita, così come altri 12 ospedali nell'arco di una mattinata: “Le strutture supportate dall'organizzazione – ha sottolineato Msf in un comunicato – hanno terminato completamente le scorte di sacche di sangue, anestetici e antibiotici endovenosi, fondamentali per i principali interventi chirurgici”. L'ennesima riprova di come la situazione umanitaria nella Ghouta sia ormai giunta ben al di fuori dei limiti del concepibile, fra massacri di civili e conseguente difficoltà (enorme) per i corridoi umanitari.