L’evacuazione di Aleppo è stata l’azione umanitaria più importante dell’era moderna. Lo ha detto Vladimir Putin in conferenza stampa. Il presidente russo ha inoltre sottolineato che i presidenti di Turchia e Iran hanno avuto un ruolo “prioritario” nella liberazione di Aleppo e che questo formato è “aperto ad altre nazioni”. Il passaggio suggestivo “è estendere la tregua a tutto il Paese“.
L’evacuazione di civili e combattenti da Aleppo Est è finita giovedì sera, dopo una settimana segnata dal cattivo tempo e da un’operazione a singhiozzo, fermata e ricominciata più volte. Circa 35.000 persone sono state evacuate nelle aree rurali limitrofe dalla Mezzaluna Rossa Siriana e dal Comitato Internazionale di Croce Rossa. Un centinaio di pazienti gravemente feriti e malati erano tra le persone evacuate. L’evacuazione, che ha avuto inizio giovedì scorso, è stata bloccata più volte a causa dei negoziati in corso tra le diverse parti sul terreno. L’operazione era strettamente legata a un’altra parallela nelle città assediate di Foua e Kefraya a Idlib, dove più di 1.200 persone, in maggioranza donne, bambini e anziani, sono state temporaneamente evacuate nella direzione opposta alla città di Aleppo dalla Croce Rossa.
“La nostra priorità, a parte aiutare le persone più vulnerabili, era quella di essere sicuri che i civili stessero andando via di loro spontanea volontà – ha detto il capo-delegazione del Cicr in Siria, al momento ad Aleppo, Marianne Gasser – si tratta di comunità che hanno visto i propri quartieri devastati dalla violenza, con famiglie che hanno lottato per mesi per trovare sicurezza, cibo, cure mediche o un riparo adeguato. Li abbiamo visti disperati nel lasciare tutto, anche se la situazione era estremamente dolorosa e confusa. I civili che, come queste migliaia di famiglie provenienti da Aleppo e Foua e Kefraya, hanno scelto di andare via devono essere in grado di tornare alle loro case quando vogliono – ha aggiunto Gasser – in molti di loro c’è la volontà di tornare indietro”. Sarc e Cicr non facevano parte dei negoziati, ma sono stati chiamati dalle diverse parti a operare in qualità di intermediario umanitario neutrale e a implementare l’accordo tra le parti.