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DAMASCO, CAMPO PROFUGHI SOTTO ASSEDIO: “IMPOSSIBILE UNA SOLUZIONE PACIFICA”

La situazione in Siria sembra sgretolarsi quotidianamente preannunciando un annientamento del Paese. I militanti dello Stato Islamico hanno conquistato il primo aprile il campo profughi di Yarmuk, alle porte di Damasco. Nato nel 1957 per ospitare i palestinesi che scappavano dalla Cisgiordania, è arrivato ad accogliere 150mila persone. Oggi ne sono rimaste solo 18 mila cinvolte nei combattimenti che vedono contrapposti gli uomini del Califfato sostenuti dai qaedisti del Fronte al Nusra ai militanti del gruppo Aknaf Bait al Maqdis e i ribelli dell’Esercito siriano libero.

Sebbene il Consiglio di sicurezza dell’Onu abbia chiesto l’accesso all’interno dell’area per consegnare beni di prima necessità e soccorso, l’intervento sembra reso impossibile dagli incessanti conflitti. Non solo, secondo fonti dell’organizzazione, “nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili, sono stati uccisi, rapiti o feriti; e molti risultano ancora dispersi”. Save the Children ha lanciato un appello affinché vengano liberati i 3500 bambini intrappolati all’interno del campo profughi. Il rischio secondo gli operatori umanitari del luogo, è che possano essere uccisi ripetendo l’errore e l’orrore del massacro di Srebrenica.

“Il 30% dei bambini è già morto di fame e gli altri non hanno cibo. Manca il latte e non c’è possibilità di accedere a nessuna cura. Urge un corridoio umanitario” è il grido di Foad Aodi, presidente della Comunità del mondo arabo in Italia e appartenente all’Associazione dei medici di origine straniera.

Intanto gli elicotteri del regime di Assad hanno sganciato sei barili-bomba sul territorio assediato dai jihadisti. La notizia arriva da un Tweet degli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo anche che sul luogo sono caduti due colpi di mortaio. Al momento non è chiaro se gli attacchi abbiano provocato vittime.

Sulla crisi siriana si è espresso Mahmoud Abbas, inviato speciale del presidente palestinese, il quale ha affermato che sarà “impossibile” raggiungere una soluzione pacifica con gli uomini del Califfato, una conferma a quanto dichiarato ieri dal ministro di Damasco Ali Haidar: “A Yarmuk è possibile solo un’azione militare”.

 

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