Arriva a stretto giro di ruota la risposta cinese ai dazi Usa per 16 miliardi annunciati la scorsa notte dall'amministrazione Trump. Pechino ha imposto le stesse tariffe sull'import americano.
La risposta cinese
La risposta cinese è maturata attraverso la Customs Tariff Commission del Consiglio di Stato, il governo di Pechino: interessa 114 beni colpiti da dazi al 25%, includendo petrolio, automobile, gas naturale, carbone e apparecchiature mediche. Gli Usa, ancora una volta, hanno posto la legge nazionale su quella internazionale imponendo “molto irragionevolmente” nuovi dazi su beni “made in China”, precisa la brevissima nota del ministero del Commercio, in cui si ribadisce il diritto cinese ad agire in difesa “dei suoi interessi legittimi e del sistema del commercio multilaterale” con l'adozione di contromisure. La mossa americana e la contromossa cinese sono parte del pacchetto da 50 miliardi di dollari deciso dal presidente Donald Trump, al quale Pechino ha opposto lo schema “occhio per occhio“. Poche settimane fa il tycoon aveva ventilato un'altra maxi misura da 200 miliardi con dazi studiati dall'Ufficio del Commercio del 5-25%, mentre la parte cinese ha ipotizzato una risposta “mirata” da potenziali 60 miliardi.
La mossa di Trump
Ad annunciare i dazi Usa era stato Robert Lighthizer, rappresentante americano per il Commercio. Alla lista delle merci sulle quali saranno in vigore tariffe vengono aggiunti 279 prodotti di fabbricazione cinese. Le misure saranno operative a partire dal prossimo 23 agosto. Washington aveva gia' imposto dazi del 25% su prodotti cinesi per 34 miliardi di dollari il 6 luglio scorso, ma aveva sospeso le tariffe su merci per altri 16 miliardi di dollari per le preoccupazioni manifestate da alcune grandi aziende americante.