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Catalogna, condannati i leader indipendentisti

Dodici ex leader catalani e pene che vanno dai 9 ai 13 anni di reclusione: era il giorno del verdetto per il fu Parlament della Catalogna che, poco più di due anni fa, entrò in collisione con il governo spagnolo per aver dichiarato la propria indipendenza dall'autorità centrale, arrivata al termine di un referendum non autorizzato che aveva di fatto azzerato i rapporti diplomatici tra l'allora presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, e l'esecutivo guidato da Mariano Rajoy. Nomi importanti fra gli imputati, non quello dell'ex leader, da tempo in Belgio e ancora oggetto di un ordine di arresto in Spagna (e per il quale potrebbe a breve essere emesso un nuovo mandato internazionale). C'è Oriol Junqueras fra i condannati, il numero due del Parlament che proclamò l'indipendenza e, al momento, unico membro d'alto rango ad aver scelto di affrontare il procedimento giudiziario, guadagnandosi i gradi di uomo-simbolo della lotta per l'indipendenza: lui, come i suoi undici compagni, sono stati riconosciuti colpevoli di sedizione e appropriazione indebita ma, secondo quanto riferito dai media spagnoli, non di ribellione, un'ipotesi di reato che sarebbe stata punibile con 25 anni di reclusione (come peraltro richiesto dall'accusa).

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Le condanne

Nove imputati su dodici hanno ricevuto pene detentive: tra questi c'è lo stesso Junqueras (13 anni, la pena più pesante), assieme agli altri membri di spicco della Generalitat guidata da Puigdemont finiti a processo come Carmen Forcadell (ex speaker del parlamento e condannata a 11 anni e mezzo) e i ministri Dolors Bassa, Raul Romeva e Jordi Turull (dodici anni), Joaquim Forn e Josep Rull (dieci anni e mezzo). Carcere anche per i due leader indipendentisi Jordi Sanchez, numero uno di Anc, e Jordi Cuixart, di Omnium Cultural, nove anni a entrambi. Solo ammende per gli ultimi tre imputati, tutti a piede libero, Carles Mundó, Meritxell Borràs, Santi Vila. Verdetti che chiudono uno dei processi più seguiti della storia recente della Spagna, con reazioni di condanna arrivate da tutte le principali personalità catalane, a cominciare dall'ex presidente della Regione, Puigdemont, che ha definito “barbara” la decisione dei giudici, dichiarandosi “ora più che mai” al fianco dei suoi ex compagni e delle loro famiglie, incoraggiando una reazione come mai prima d'ora. Addirittura il Barcellona ha apertamente condannato il verdetto, attraverso un comunicato ufficiale sul proprio account Twitter.

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Va in archivio un altro capitolo della vicenda Catalogna che, due anni fa, attirò le attenzioni dell'Europa intera con la sua unilaterale dichiarazione d'indipendenza e tutte le vicende che sarebbero seguite, dalla dura repressione delle manifestazioni indipendentiste al naufragio delle ambizioni di distacco da Madrid con la sospensione del Parlament (tramite applicazione dell'articolo 155 della Costituzione spagnola). 

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