E'Trump contro Flynn negli Stati Uniti, con esiti variabili a seconda di quanto emergerà dai colloqui che l'ex consigliere per la Sicurezza nazionale avrà con gli inquirenti sul caso Russiagate: secondo quanto rivelato dal 'Washington Post', il quale ha citato fonti vicine alla Casa Bianca, l'entourage presidenziale sarebbe pronto a cautelarsi se, in fase di collaborazione, Flynn dovesse (come sembra) lanciare accuse specifiche nei confronti di personaggi di un certo rilievo, tra i quali lo stesso presidente. Il quotidiano statunitense parla di una manovra che, in caso, porterebbe a una campagna per minare la credibilità dell'ex consigliere e screditarlo agli occhi del procuratore Mueller: in sostanza, Flynn verrebbe etichettato come bugiardo.
Il caso Flynn
Il caso Russiagate continua dunque a tenere alta la tensione attorno alla Casa Bianca: quello che era stato uno degli uomini di spicco dello staff del neo-insediato presidente (pur mantenendo la carica per appena 24 giorni) è da tempo in trattativa con gli investigatori federali pronto, come riportato, a fare dei nomi sui presunti contatti fra l'equipe di Trump e funzionari russi durante la campagna per le presidenziali. Il generale aveva deciso di collaborare, rompendo definitivamente i rapporti con il presidente, e il suo accordo con gli inquirenti era stato reso pubblico all'inizio di dicembre: inizialmente, Flynn si era dichiarato colpevole di aver mentito riguardo il ruolo da lui avuto nell'intrattenimento di rapporti con l'ambasciatore russo nel 2016, circostanza che prevede una pena fino a cinque anni. Della sua collaborazione, in quei giorni, Trump non si era detto preoccupato.
Serenità e inquietudini
Al momento, nessun commento è arrivato da parte dei legali di entrambe le parti anche se, come rivelato ancora dal 'WP', il sentore dalle parti della Casa Bianca è che Flynn non possa produrre in alcun modo prove convincenti contro i membri dello staff presidenziale. Anche dalle registrazioni a disposizione dei procuratori, secondo gli avvocati, non emergerebbe nessun elemento che possa far pensare a una campagna attuata per danneggiare il candidato democratico, Hillary Clinton. A ogni modo, ulteriori dettagli emergeranno nei prossimi giorni, quando sarà chiara la versione di Flynn sul caso Russiagate: una spina nel fianco per Donald Trump, specie in un momento di alta tensione politica sul fronte estero, tra la risoluzione Onu contro la dichiarazione di Gerusalemme capitale d'Israele e le inquietudini della Corea del Nord.